La maglia nera della Sanità, in tutto il Paese, per molti potrebbero essere le lunghe, lunghissime liste di attesa per prestazioni ed esami diagnostici. Leggendo la relazione del Tribunale per i diritti del malato di Aprilia, almeno per quanto riguarda la città pontina, e i pochi servizi offerti da un Poliambulatorio ridotto all'osso sia in quanto a personale che a servizi, un lento, minimo miglioramento rispetto all'anno precedente, bisogna riconoscerlo. Il che non vuol dire che le liste di attesa siano dimezzate, ridotte a livelli decenti. No, anzi, restano per alcuni settori ancora inaccettabili.
«Soprattutto per esami diagnostici come mammografie, risonanze e tac - spiega il coordinatore del Tdm Claudio Frollano -. Si attendono in media 15 mesi per una cataratta, 13 mesi per una mammografia, 12 mesi per una risonanza magnetica, 10 per una Tac e per una protesi d'anca, 9 mesi per un ecodoppler e 7 per una protesi al ginocchio. E se i costi dei ticket per esami diagnostici e visite restano la prima voce di spesa segnalata dai cittadini, crescono anche quelli per i farmaci e per le prestazioni in intramoenia». Qualche miglioramento si riscontra per visite programmabili (non urgenti o differibili, i codici preferenziali che il medico di base può concedere al paziente) dall'otorinolaringoiatra (da 7 a 12 mesi contro l'anno certo del 2017); un anno dall'ortopedico (nel 2017 la lista era chiusa); 10 mesi dal neurologo contro i 12 del 2017. «Il nuovo Piano nazionale di Governo delle liste d'attesa per gli anni 2018/2020, che deve ancora essere recepito e approvato in ambito regionale - spiuega la relazione del Tdm - prevede quattro classi di priorità per le prestazioni ambulatoriali (visite e analisi), con l'indicazione dei tempi massimi da rispettare, superati i quali la Asl dovrà intervenire, in via eccezionale e temporanea, con l'intramoenia».
Oltre a battersi, a fare pressioni per dotare la struttura di via Giustianiano di servizi per gli utenti, il Tdm ha da sempre monitorato l'iter della Casa della Salute e l'implementazione della stessa, si è reso promotore del progetto di costruzione della terza ala della Asl per ospitare il Dsm/Consultorio. Ha raccomandato l'attuazione di programmi di screening conseguenti ai risultati dell'indagine epidemiologica, ha sollecitato l'avvio dell'Ambufest (ambulatorio festivo) presso il Poliambulatorio di via Giustiniano. C'è molto ancora da fare certo, ma a sostenere l'impegno dei volontari, c'è una piuttosto chiara apertura della dirigenza della Asl apriliana che però cozza con il muro trovato a Roma: «Siamo infatti ancora in attesa di risposta dopo aver chiesto per due volte un incontro alla Regione Lazio e al presidente Zingaretti. Continueremo senza arrenderci perché vogliamo che Aprilia ottenga di più. Oggi non ha un ospedale che vengono costruiti nei comuni vicini, ma non ci arrendiamo all'idea che Aprilia finisca per essere una città fantasma, inascoltata. Il nostro impegno è quello di renderla visibile e ci auguriamo che al più presto vengano recepite le istanze del TDM, portavoce dei cittadini, e vengano presi gli impegni necessari ad eliminare le tante criticità che rendono difficile il raggiungimento dell'obiettivo previsto dalla nostra Costituzione: il diritto alla salute».