Quanti di noi convivono senza saperlo con danni cerebrali da trauma? Una statistica non c'è, ma sono molte le persone che attraversano la vita senza aver mai saputo di portarsi dietro i postumi neurologici di un trauma, ed è anche vero che senza una ragione valida nessuno si avventura in analisi lunghe e costose per scoprire qualcosa di cui non ha mai avuto sentore né cognizione. Adesso tutto può cambiare: basta Tac e basta risonanze magnetiche. Un trentenne di Latina, Matteo Agostini, ha ideato insieme ad un altro ricercatore di Piombino, Marco Cecchini, un biosensore in grado di rilevare in pochi minuti eventuali danni cerebrali da trauma. Come è possibile?
Il biosensore messo a punto da Matteo Agostini e Marco Cecchini è in grado di rilevare i biomarcatori nel sangue, in particolare una proteina chiamata GFAP legata ai danni cerebrali da trauma. Con una semplice analisi del sangue questo dispositivo potrà identificare un danno cerebrale in uno spazio di tempo ridottissimo, senza utilizzare analisi e senza diagnosi radiologiche.
Grazie a questo lavoro, denominato Braiker (Advanced resonator biosensor for brain-biomarkers) Matteo Agostini si è aggiudicato il contest PhD+ e un assegno di mille euro messo in palio dall'Università di Pisa.
La cerimonia che ha incoronato le migliori idee di impresa degli studenti si è tenuta lo scorso 28 febbraio.
Nella nona edizione di PhD+dell'Università di Pisa, svolta per la prima volta quest'anno nell'ambito del Contamination Lab e volta a promuovere la creatività, l'innovazione e lo spirito imprenditoriale degli studenti, erano in gara 13 progetti elaborati dopo un lungo iter fatto di seminari ed esercitazioni.