Un gigante dei trasporti, l'Atral, che, dopo diciannove contratti da concessionario con il Comune di Latina, di cui 17 in proroga, vanta crediti per cinque milioni e 144mila euro infilando l'ente nelle maglie di ben dieci contenziosi davanti tribunali civili, amministrativi e commissioni tributarie. E' l'ultima e più vistosa macchia che segna la storia passata e recente del trasporto pubblico locale nel capoluogo pontino, gestito per tredici anni dallo stesso nome, prima di essere affidata, sotto il fuoco incrociato di cause e contenziosi su fatture, penali e violazioni contrattuali, ad una nuova ditta. Il dirigente del servizio Mobilità Francesco Passaretti ieri ha definito questa azione sitematica e costante di Atral alla stregua di «un assedio». Lo ha fatto nella commissione trasporti/bilancio nella quale il gruppo di lavoro istituito con delibera di consiglio e costituito dai dirigenti Manzi e Passaretti e dalla funzionaria Prandi, doveva relazionare sulla situazione dei debiti crediti rispettivi tra Atral e Comune. Un ginepraio di durata pluriennale sui cui Passaretti ha fatto subito un appunto, rammaricandosi dell'assenza nel gruppo dell'avvocato Francesco Cavalcanti, pur indicato nella delibera di consiglio, e ieri presente in commissione. Cavalcanti aveva motivato la sua assenza, nella funzione di avvocatura comunale, per l'impossibilità di entrare in ambito gestionale, ma per Passaretti il ruolo del gruppo non era quello, ma ricostruire in modo analitico una vicenda «in cui la presenza di Cavalcanti sarebbe stata di ausilio per le sue conoscenze giuridiche e per i numerosi contenziosi in cui funge da legale difensore dell'ente». Insomma ne è venuta fuori una bacchettata per l'avvocatura comunale che ha però detto la sua spiegando di aver comunque dato un contributo e di avere intenzione di farlo oggi alla luce delle risultanze del gruppo.

La storia
Dei 5milioni e 144mila euro che oggi Atral sta chiedendo al Comune, la vicenda definita «più dolorosa» è quella relativa al decreto ingiuntivo, già provvisoriamente esecutivo, da 1.457,443, 45 euro, (per due fatture da 660mila euro e da 755mila euro) inerenti a interessi per ritardato pagamento e fatture sul tpl. Richieste «impraticabili» secondo la relazione degli uffici e come già aveva evidenziato la relazione dell'allora funzionario dei trasporti Vincenzo Borrelli, perché «alcune fatture venivano presentate due volte o in modo anticipato contravvenendo al contratto che prevedeva rate trimestrali posticipate, i ritardi nei pagamenti erano dipesi da cause imputabili ad Atral e spesso Atral chiedeva gli interessi anche se non in presenza del contratto (stipulato spesso dopo la determina di affido dell'incarico). Ma gli importi contestati e ricostruiti sono tanti, compresi 586mila euro per l'altro servizio gestito da Atral, la sosta. L'Atral deve invece al Comune 2 milioni e 100 per la Tosap sulle aree di parcheggio. «C'è materiale sufficiente per contrastare ogni pretesa creditoria ad Atral – ha detto ieri Passaretti- lo si deve fare attraverso un lavoro di squadra tra tutti i servizi interessati. Si sta trattando di denaro pubblico e la reazione deve essere forte e sdegnata: siamo sotto l'assedio di queste cause con un gestore a cui abbiamo dato fiducia e proroghe per anni». In un passaggio il gruppo di lavoro auspica la valutazione da parte dell'Avvocatura comunale di verificare se il comportamento omissivo"– riferito alla documentazione fornita in Tribunale da parte di Atral – possa configurare il reato di frode. Altra nota dolente è stato il braccio di ferro su quattro mezzi non riconsegnati: dopo la diffida del Comune, sono stati restituiti da Atral senza pezzi e ruote in stato da rottamazione, ragion per cui l'ente ha trattenuto la polizza fideiussoria da 200mila euro. Cavalcanti ha spiegato come la maggior parte dei ricorsi siano stati incentrati ricognizioni di debito intervenute nel tempo e operate dagli uffici su cifre già riconosciute ad Atral. «La società valorizza questi riconoscimenti, noi dovremmo valorizzare i ripensamenti degli uffici». Il Comune che oggi si accorge di errori grossolani come questi, non ha vigilato prima. E questa è una certezza.