Un ettaro e mezzo di terreno riconosciuto dal Tar ad un privato, ricadente nel parco pubblico più grande della città intitolato a Susetta Guerrini, oggetto di un contenzioso e di una richiesta al Comune di quasi 4 milioni di euro. Ieri in commissione ambiente è approdata l'ennesima intricata vicenda urbanistica che ha decantato per anni producendo ora i suoi effetti legali. Una vicenda che arriva dal lontano 1978 e che è stato oggetto delle cronache e, per primo, delle segnalazioni del consigliere del gruppo Misto Salvatore Antoci, perché il parco pubblico è stato picchettato a causa di un privato, la società Urbanizzadora all'epoca (oggi al suo posto c'è la società "Il Girasole") che chiede soldi al Comune di Latina. Le ragioni del picchettamento sono state spiegate in commissione e riguardano proprio il settore ambiente: il Comune ha delimitato l'area, di circa un ettaro e mezzo, per renderla riconoscibile alla ditta che dovrà effettuare lo sfalcio dell'erbe e quindi escluderla del tutto da queste operazioni, perché non è di proprietà del Comune.

Nel corso della seduta, dai funzionari del servizio Patrimonio, è stata ricostruito l'intricato percorso urbanistico risalente agli anni Settanta e che, nonostante varie vicissitudini, nei decenni non è mai arrivato ad una soluzione definitiva. La prima osservazione al piano particolareggiato della zona, risale al 1978 e per una difformità cartografica, la società interessata fece ricorso al Tar vincendolo nel 1983. Da allora nessun altro provvedimento fu preso dal Comune, ma iniziarono tutti i lavori di urbanizzazione e nel 2003 fu realizzata l'Oasi Ecologica Urbana. Nel corso degli anni successivi, sono poi stati diversi i contatti tra la società e il Comune che, dopo aver ottenuto una parte del terreno, nel 2013 lo ha poi restituito, lasciando la situazione in sospeso. Ad oggi la parte privata è urbanisticamente un'area agricola e comprende anche la rotatoria stradale. Oggi per ottenere l'area, dove insiste la rotatoria e una parte del parco comunale, il Comune è chiamato a risponderne economicamente nel contenzioso civile, ed è stata depositata due giorni fa la relazione del Ctu del tribunale per capire di quale cifra si stia parlando. Il privato chiede circa 4 milioni di euro, ma bisognerà vedere cosa stabiliranno i giudici. L'indirizzo che la commissione ha dato agli uffici riguarda per ora la cura del verde, che è l'unica azione immediata che al momento può essere messa in campo: vigilare perché venga rispettata almeno l'ordinanza sindacale sullo sfalcio dell'erba nelle aree private.

In quella zona, che oggi è delimitata da paletti posti ad un metro e mezzo di distanza l'uno dall'altro, il Comune non potrà più sfalciare e dovrà farlo il privato. Per la parte urbanistica, la vicenda sarà oggetto di approfondimenti. «È incredibile ciò a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi - ha commentato il presidente della commissione ambiente Dario Bellini - un privato che rivendica una proprietà che finora è stata considerata pubblica, dove sono stati spesi soldi, e che in realtà nascondeva una situazione, mai sanata, che emerge soltanto adesso e di cui sono responsabili le passate amministrazioni che hanno avallato una politica dissennata, lasciando in eredità alla comunità di Latina contenziosi come quest'ultimo. Confidiamo nel lavoro degli uffici e dell'avvocatura, che difenderanno gli interessi dell'Ente in fase giudiziale».