Emissioni zero: è questo il mantra che, oggi più che mai, investe il mercato della produzione energetica e della mobilità. Sono settori che quindi si stanno rivoluzionando, ma a quale velocità? È questa la domanda a cui Legambiente, in collaborazione con MotusE, ha cercato di rispondere con il primo rapporto sulle mobilità ad emissioni zero in Italia. Un dossier importante, non solo perché fotografa una nazione che sta cambiando in direzione della riduzione dello smog per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, ma anche perché analizza l'impegno messo in campo da ogni territorio per contribuire alla causa.
L'associazione ambientalista ha voluto dare un voto ad ogni Comune capoluogo italiano, da un minimo di 1 ad un massimo di 5 per quanto riguarda le politiche messe in campo. Il voto più alto, però, non lo ha meritato nessuno. Solo quattro Comuni hanno ottenuto 4 (Milano, Bologna, Trento e Bolzano); tredici hanno preso 3; ventitré hanno preso 2; le restanti 64 hanno preso 1. Tra queste ultime c'è anche Latina. Inoltre, sempre secondo il rapporto Legambiente, per il capoluogo pontino (così come altri 28 capoluoghi italiani) non sarebbe possibile determinare i valori di accessibilità (trasporto pubblico elettrico, sharing e piste ciclabili) così come i valori "Zero Emissioni" (determinati dagli spostamenti elettrici, in bici e a piedi). Il rapporto dell'associazione, presentato lo scorso 10 aprile, fa riferimento alle rilevazioni del 2018, perciò riporta la totale assenza di un sistema di car sharing nel capoluogo. Manca dunque il riferimento ad "Eppy", il nuovo servizio comunale che conta circa 30 auto elettriche e circa 10 colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Dall'avvio dell'iniziativa, le auto di Eppy hanno percorso 100.150 chilometri, facendo risparmiare 184 chili di Co2 e 5,2 chili di polveri sottili. Insomma, su questo fronte un miglioramento c'è stato, e probabilmente ce ne saranno degli ancora.
Ci sono però altri numeri critici - in merito al discorso dell'ecosostenibilità - che non sono mutati. Per esempio, il capoluogo ha 2,15 metri di pista ciclabile ogni 100 abitanti (le quali potrebbero aumentare con la congiunzione tra l'anello ciclabile in centro e il tracciato che conduce sul lungomare) e solo 0,55 metri quadrati di isola pedonale per abitante. Il verde pubblica? Solo 12,6 metri quadrati per abitante. Negativi anche i valori delle emissioni, che sono ancora troppo alti: si contano 26 microgrammi di diossido di azoto e 23 microgrammi di polveri sottili per metro cubo.
Per quanto riguarda i mezzi privati, a Latina città (sempre nel 2018) si contano 87.136 mila veicoli su 126.470 abitanti. E cercando di sorvolare sul tragico dato delle morti ogni 10mila abitanti (che sono pari a 1,03), si nota subito come il capoluogo sia ancora lontano dall'abbracciare una cultura di mobilità sostenibile. Certo, cambiare auto è una spesa che non tutti possono permettersi, ma guardando soltanto ai numeri e tralasciando tutte le questioni economiche del caso, la situazione è chiara: solo lo 0,02% del parco auto del capoluogo sono elettriche (parliamo di 15 vetture full electric).
«La sfida del clima è la più urgente, globale e difficile che abbiamo davanti per salvare il pianeta - sottolinea Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - Dobbiamo convincerci del fatto che uscire dall'inquinamento è possibile. Per dare il via a questa rivoluzione, però, servono scelte coraggiose e di sistema, politiche nazionale che fino ad oggi sono mancate».
Il dossier
Mobilità sostenibile, una strada tutta in salita per la provincia
Latina - Poche piste ciclabili e ztl nel capoluogo, dove circolano 87mila veicoli di cui solo 15 full electric. Il car sharing è partito tardi