Un atto contestato sin dal suo esordio e dalla sua approvazione in Giunta, il regolamento dell'Avvocatura comunale redatto su indirizzo politico di sindaco e vicesindaco e su proposta della direttrice generale Rosa Iovinella. Dopo la censura della Funzione pubblica della Cgil e dell'UNAEP Lazio (l'Unione nazionale degli Avvocati degli enti pubblici) la stoccata finale e definitiva al documento è arrivata dall'Ordine degli avvocati di Latina. Una censura che deve aver insinuato il dubbio nelle convinzioni di sindaco e vicesindaco, al punto da ricondurre tutto all'intenzione di una revisione del testo prima del suo arrivo in Consiglio comunale. Ma sul fronte politico è l'opposizione a censurare quella che, troppo spesso, sta diventando la metodica utilizzata a Palazzo: confezionare provvedimenti in Giunta con piglio monodirezionale e senza concertazione con le parti. «Il caso del regolamento dell'Avvocatura comunale riscritto dalla segretaria generale Rosa Iovinella – dice il senatore Nicola Calandrini - denota ancora una volta la superficialità di questa amministrazione che è riuscita a produrre un atto tale da porla in contrasto persino con l'ordine degli avvocati di Latina». Calandrini vorrebbe capire quale urgenza ha spinto a voler riscrivere il regolamento e approvarlo con delibera di giunta «con una fretta tale da non coinvolgere neppure minimamente il consiglio comunale, stante la delicatezza del tema. Il nuovo atto inoltre è stato contestato non da quella opposizione di cui il sindaco farebbe volentieri a meno, ma dallo stesso ordine presieduto da Gianni Lauretti secondo cui vengono minati "valori fondamentali e quindi inderogabili della professione forense" tali da non rendere giustificabile l'iscrizione dei legali dell'Avvocatura comunale nell'elenco speciale dell'albo professionale». E le domande non mancano su questo punto.
«È forse questo un atto talmente maldestro da rivelare un tentativo altrettanto maldestro di liberarsi di avvocati comunali non graditi? Non ne sarei stupito - insiste il senatore di Fd'I - dopo aver visto dirigenti, funzionari e dipendenti andare via a gambe levate per i loro contrasti con l'attuale amministrazione e con il segretario generale».
Ma anche sull'accesso agli atti come pareri legali e scritti difensionali del Comune Calandrini ha qualcosa da dire replicando indirettamente alle dichiarazioni di Bellini di alcuni giorni fa. Il capogruppo di Lbc aveva difeso la riservatezza sul parere legale dell'avvocatura relativa alla sentenza pro De Vizia del Consiglio di Stato per ragioni di "sicurezza e tutela dell'ente".
«Il nuovo regolamento è un'occasione persa in quanto non è migliorativo per quel che riguarda l'accesso dei consiglieri comunali a scritti defensionali – dice Calandrini - di fatto i consiglieri comunali regolarmente eletti non hanno accesso agli atti prodotti dall'Avvocatura mentre paradossalmente alla controparte del Comune basta recarsi in tribunale per avere gli scritti difensivi che a un consigliere sono negati. Ancora una volta – conclude – ci troviamo di fronte una decisione a senso unico da parte della Giunta, del sindaco, e del segretario generale che indicano poco rispetto nei confronti dell'avvocatura e nei confronti dell'aula. Altro che trasparenza e casa di vetro, qui esiste solo tanta opacità»