Il consigliere regionale di Forza Italia Pino Simeone torna a chiedere alla Regione Lazio la massima attenzione e intransigenza affinché "la nuova emergenza  rifiuti nella Capitale di cui si sente parlare in questi giorni non sia scaricata sulla provincia di Latina, come già avvenuto in passato". Simeone approfitta anche dell'annuncio da parte dell'assessore Massimiliano Valeriani dell'imminente presentazione del piano rifiuti in Consiglio regionale.

"Come spesso è avvenuto in passato all'orizzonte sembra profilarsi una nuova emergenza rifiuti. Preoccupazioni crescenti emergono dalle cronache quotidiane della stampa locale romana e laziale. Devo ancora una volta constatare che pure in questo settore la Regione difetta in termini di programmazione. Prendo atto che nelle scorse settimane sono state inviate comunicazioni dagli uffici regionali verso diverse società che gestiscono impianti nel Lazio, chiedendo la loro disponibilità a trattare l'indifferenziata prodotta dalla città eterna. L'amministrazione Zingaretti dunque non obbliga Roma Capitale ad adempiere ai propri doveri e di fatto vorrebbe scaricare le responsabilità sulle province. I timori espressi dopo la presentazione delle linee guida del piano rifiuti sembrano perciò rivelarsi fondati. Dal Campidoglio si dice no ai termovalorizzatori e agli inceneritori ed evidentemente si preferisce continuare sulla falsariga di quanto disposto in passato, cioè quella di portare i rifiuti fuori dal raccordo anulare, anzi oltre l'hinterland romano.

Per questo dico che bisogna mantenere alta la guardia. Paradossalmente la provincia di Latina è l'unica ad essere adempiente e a rispettare gli impegni, dimostrando grande senso di responsabilità. Ma il timore che il Comune di Roma non individui un'area per la discarica dentro il Raccordo Anulare e conseguentemente sia costretto a portare i suoi rifiuti fuori è fondato. Il principio dell'autosufficienza, nonché quello dell'imprescindibile esigenza di chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio che li produce è sempre stato l'asse su cui ogni scelta, decisione o posizione è stata da me assunta. Per questo motivo la Regione deve essere più chiara nel cercare di chiudere il ciclo. Definire gli ambiti territoriali di riferimento basandosi sul principio di prossimità è solo un primo passo. L'amministrazione regionale dovrebbe tenere in considerazione i territori. Innanzitutto recepire le istanze delle Province che, come nel caso di Latina, hanno pianificato interventi basati sull'effettiva esigenza e sul reale volume di rifiuti prodotto. Che hanno individuato i siti idonei per gli impianti, preoccupandosi di collocarli sul territorio in modo da garantire a tutti i Comuni la medesima distanza, parità di accesso ed i medesimi costi per effettuare lo smaltimento. Peraltro lo ribadisco un'altra volta, nelle linee guida presentate a febbraio mancava la chiarezza sul periodo ‘transitorio'. C'è il rischio concreto che la provincia pontina possa pagare dazio ed essere costretta a patire nuove servitù. Dalle linee guida della Regione emerge infatti l'esistenza di un doppio ‘regime'. Uno ordinario, che sulla carta va nella direzione da noi auspicata, contemplando il principio dell'autosufficienza dei territori, oltre alla suddivisione degli ambiti ottimali. Un altro che invece richiederebbe un passaggio temporale di ‘assestamento', che terminerebbe nel 2025. Proprio questo secondo ‘regime' non è per nulla rassicurante per la nostra provincia. Chiedo dunque al presidente Zingaretti e all'assessore Valeriani di dire con chiarezza se vogliono far diventare la provincia di Latina, come la vera pattumiera di Roma. Lo dicano senza equivoci e senza troppi giri di parole".