Sono in nove e hanno appena vinto, in primo grado, una difficile battaglia contro il precariato.
Si tratta di un gruppo di operatori sociosanitari della Asl di Latina esclusi dall'iter di stabilizzazione avviato dall'azienda lo scorso anno con una motivazione legata al loro reclutamento, avvenuto in base ad un bando che non era stato adeguatamente pubblicizzato.
I ricorrenti, rappresentati dall'avvocato Federico Freni, hanno avuto ripetuti contratti con la Asl dal 2010 al 2017 e tutti a tempo determinato, quindi quando è stata avviata la procedura per la stabilizzazione pensavano di entrare negli elenchi e avevano controdedotto in Tribunale di essere tutti in possesso «dei requisiti indicati per l'assunzione diretta, attraverso l'inclusione nell'elenco del personale precario» in servizio nella stesse attività successivamente al 28 agosto 2015.
La Asl di Latina si era costituita in giudizio, per il tramite dell'avvocato Massimo Valleriani, eccependo l'inammissibilità del ricorso e chiedendo che fosse rigettato.
Invece i giudici amministrativi hanno ritenuto valida la pubblicità del bando con cui erano stati reclutati i nove esclusi e infatti nella sentenza appena pubblicata l'estensore Antonio Massimo Marra scrive: «... il Collegio ritiene che la Asl abbia errato nel considerare ostativa alla stabilizzazione dei ricorrenti l'omessa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei bandi che avevano consentito loro, all'esito delle relative selezioni, di essere inclusi nell'elenco e di maturare i requisiti» necessari.