Latina e Nettuno, quest'oggi, festeggiano Santa Maria Goretti, la martire che fu uccisa nel 1902 a Le Ferriere poiché voleva preservare la sua "purezza". E in occasione del 117esimo anniversario della sua morte arriva una scoperta molto importante, resa nota dallo storico di Nettuno Silvano "Saso" Casaldi all'interno del suo ultimo libro, intitolato "Nettuno e i nettunesi, e che riguarda l'immagine storica della Santa bambina, quella utilizzata per il santino che, da decenni, circola in tutto il mondo.

Il volto di Maria Goretti, infatti, è quello di una donna di Nettuno, Silvana Furoni, che nel 1929 partecipò a un vero e proprio casting dell'epoca insieme ad altre cinque bambine, scelte dal pittore nettunese Giuseppe Brovelli Soffredini che, insieme alla mamma della Santa, Assunta Carlini, voleva realizzare un ritratto postumo della giovane martire. «Silvana - racconta Casaldi - era così bella da essere scelta, insieme ad altre cinque adolescenti, dal pittore Giuseppe Brovelli per posare per lui ed essere fotografate, nel tentativo di dare un volto a Maria Goretti, in procinto di essere beatificata. Non esisteva una fotografia della piccola Maria e il pittore nettunese, con le piccole modelle e la mamma di lei, Assunta, ne stava realizzando un ritratto, che poi fu eseguito con un poco di una, un poco dell'altra e l'opera fu appesa nella stanza dove morì Maria Goretti, alla Casa della Divina Provvidenza. A Silvana e alle altre restarono le fotografie che aveva fatto loro Brovelli».

Dieci anni dopo, però, ecco la svolta: Maria Goretti era prossima alla canonizzazione - che venne poi posticipata al 1950 per via della seconda guerra mondiale - e occorreva realizzare un santino. Il dipinto di Brovelli non andava bene, perché mostra solo il volto: dunque, alcune suore di Roma vennero a Nettuno e si recarono nella Collegiata di San Giovanni per parlare con l'arciprete parroco monsignor Nicola De Franceschi, che a sua volta chiamò don Vincenzo Cerri - il compianto sacerdote nettunese, da tutti considerato il più grande storico della città, ndr - per cercare nell'archivio parrocchiale gli appunti di Brovelli, con i nomi delle ragazzine che avevano posato come modelle. Don Vincenzo trovò anche le fotografie e le consegnò alle suore. E tra quelle bimbe le religiose scelsero Silvana Furoni.

«Fu don Vincenzo - racconta Silvano Casaldi - a parlare con la mamma di Silvana, che avendo vent'anni all'epoca era ancora minorenne e poco interessata alla faccenda. Le suore fecero firmare un documento liberatorio per la concessione della fotografia senza pretendere compensi».

«Di quell'immagine sacra, di quel santino - aggiunge ancora Casaldi -, dal 1950 al 2010, anno in cui Silvana Furoni è deceduta, ne sono stati stampati milioni di copie. Ma la storia di Silvana che diede il volto a Maria Goretti è poco conosciuta e non poteva essere diversamente. La persona che è ritratta nell'immagine sacra doveva restare nell'anonimato per un milione di ragioni. Ma lei, Silvana, quei santini li portava sempre nella borsetta pronta a regalarli».

Proprio in un periodo di villeggiatura a Nettuno - Silvana si era nel frattempo trasferita a Roma, ndr - la donna chiese a un nettunese: «Sai chi sono io?» Lui rispose di non saperlo e lei gli offrì un santino e disse: «Ecco, io sono la bambina che è ritratta in questo santino». L'uomo conservò per anni quel gradito regalo.

«C'è da augurarsi - conclude Casaldi - che le persone che ora conoscono la storia sappiano trasmetterla alle future generazioni».