Dopo un silenzio che a tratti ha mostrato un certo imbarazzo, l'amministrazione comunale di Sezze sembra intenzionata ad andare a fondo sulla vicenda che in queste settimane sta interessando il cimitero comunale setino, con due inchieste, una aperta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, l'altra che invece sta seguendo Latina, relative a presunti reati di induzione alla prostituzione minorile e sfruttamento della prostituzione, e da altrettanto presunti reati legati alle assegnazioni delle concessioni cimiteriali e alla gestione, più in generale, di tombe e loculi presenti all'interno della struttura di via Bassiano.
Nel corso dell'ultimo consiglio comunale, su suggerimento delle forze di opposizione, la maggioranza ha accettato di istituire una commissione ad hoc che dovrà occuparsi della valutazione dei fatti sui quali gli inquirenti continuano a tenere il massimo riserbo. Al netto della necessità di effettuare modifiche al Regolamento del consiglio comunale e allo stesso Statuto, utili a rendere la commissione valida sotto il profilo strettamente giuridico, l'ente sembra davvero intenzionato a conoscere nel dettaglio quanto sta accadendo, soprattutto se si considera che al momento tra gli indagati risulta un dipendente comunale, custode della struttura cimiteriale.
L'amministrazione, maggioranza e minoranza, nei giorni scorsi ha fatto sapere in una nota quale sia la posizione dell'ente: «Sconcerto, stupore e rabbia sono i sentimenti - si legge nella nota sottoscritta dal sindaco e dai 16 consiglieri comunali - che in questi giorni animano l'intera amministrazione comunale per i presunti reati consumati all'interno del cimitero, uniti alla forte determinazione a reagire di fronte ad una vicenda che ferisce e offende profondamente l'intera nostra comunità cittadina, ancor più perché coinvolge un luogo consacrato alla memoria e agli affetti di quanti ci hanno preceduto e non sono più. Sezze, la nostra Sezze, città dalle radici saldamente ancorate ai principi e ai valori di umanità, rispetto e solidarietà, non merita di finire agli onori della cronaca per una vicenda che, se accertata e provata, oltre a possedere caratteri di squallore e di aberrazione, evidenzia un disprezzo assoluto non solo delle leggi ma soprattutto dei più elementari diritti delle persone. Confidiamo - conclude la nota - nell'azione preziosa della magistratura e degli inquirenti, verso i quali esprimiamo il massimo della fiducia e la più totale disponibilità a collaborare affinché la verità dei fatti venga accertata nel più breve tempo possibile».