Sembra potersi finalmente concludere in maniera positiva la questione di uno dei principali accessi alla città, quello a ridosso delle Coste e all'incrocio tra via Bassiano e via Fanfara, che da almeno due decenni tiene banco a Sezze. Proprio per l'approvazione del progetto definitivo e delle successive modifiche al Piano Regolatore Generale della città, dopo diversi rinvii che per un momento avevano fatto credere che l'opera non venisse più realizzata, è stato convocato un consiglio comunale che si svolgerà il prossimo 26 novembre e che potrebbe finalmente porre la parola fine su una vicenda che dura da anni e che nel corso del tempo ha prodotto diverse idee su come realizzare questa intersezione tra due strade (una che conduce al centro storico e l'altra che porta alla Conca di Suso) e l'accesso maggiore a Sezze.
Nel corso degli anni i solleciti ad intervenire sono stati diversi, con incidenti (alcuni dei quali anche gravi) che puntualmente si verificavano e con diversi cittadini (per un momento costituitisi addirittura come comitato spontaneo) che quasi quotidianamente chiedevano che venissero presi provvedimenti e che quel tratto, particolarmente trafficato, venisse messo in sicurezza. Via Ninfina I, il vero nome di quelle che solitamente vengono chiamate le "Coste" di Sezze, tratto di competenza della provincia di Latina, sarà quindi interessata da diverse modifiche. Nessuna rotonda, come nel corso degli anni si era ipotizzato e come spesso questo progetto avesse ricevuto lo stop da parte della Soprintendenza a causa della vicinanza con il Tempio di Saturno, ma un intervento meno invasivo che permetterà di allargare un tratto di carreggiata e di permettere, soprattutto agli automobilisti che provengono da Sezze scalo e sono diretti al centro di Sezze, di potersi allargare a ridosso del muro di cinta ed effettuare la manovra senza doversi preoccupare di chi da via Bassiano tenta di immettersi nella stessa corsia. Il costo dell'intervento è di 130mila euro, finanziato dall'Amministrazione provinciale di Latina che aveva inserito l'opera nel piano triennale dei Lavori pubblici.