Cittadini e imprenditori di Aprilia chiedono il "pugno duro" contro le aziende che da diversi anni provocano miasmi nella zona industriale. Un problema ormai insopportabile che si è allargato anche ad altri quartieri della città e che, questa mattina, è stato al centro della commissione Ambiente presieduta da Vincenzo Giovannini. Durante la seduta sono stati ascoltati anche il presidente del Consorzio Industriale di Aprilia (Ciap), Marco Braccini, il presidente del comitato Borgata Agip, Adriano Lemma e l'imprenditore ed ex consigliere comunale, Carlo Federici. Interventi durissimi, che sono arrivati addirittura a chiedere la chiusura delle aziende che causano le emissioni odorigeni. "Siamo veramente preoccupati perché attualmente non sappiamo – spiega Braccini – cosa respiriamo. Perciò abbiamo raccolto ben 1000 firme per chiedere un monitoraggio dell'aria nella zona Caffarelli, anche perché parliamo di un'area dove lavorano 2500 persone, oltre alle persone che quotidianamente transitano lì per lavoro. Inoltre se continuassero i cattivi odori e non venissero attivate le prescrizioni ci domandiamo: si può sospendere l'attività?". Ancora più duro è stato l'intervento di Federici. "A cosa serve - afferma Federici - una centrale che impiega una sola persona e che provoca malessere in migliaia di persone? Secondo me a nulla. Queste centrali sono nate a difesa dell'ambiente, come energia alternativa, ma se questo è il risultato forse abbiamo sbagliato. Allora chiudiamole, perché sono cinque anni che combattiamo con questa situazione. E non lasciamo che le parole di questa commissione rimangano lettera morta".  
Lemma ha invece spiegato che: "da anni nel quartiere solleviamo il problema delle puzze, negli ultimi tempi la nostra forza è diventata maggiore perché anche il Ciap ha sottolineato questo problema. Una criticità che si sta allargando anche ad altri quartieri della città, come Montarelli e Agroverde. Ci sono centri commerciali a ridosso della Pontina che iniziano a perdere clienti, che viene a fare la spesa in quella zona ci domanda: come fate a vivere qui? Vediamo industrie che chiudono e vanno da un'altra parte a fare impresa. Così perdiamo il tessuto sociale della città. Inoltre per 20 anni abbiamo detto che c''era un'industria che inquinava il fosso, però ci sono voluti due decenni per scoprirlo. Ora speriamo di raggiungere al più presto a una conclusione".
L'assessore Michela Biolcati Rinaldi e il dirigente all'Ambiente Marco Paccosi hanno spiegato che su una delle due aziende, la biomassa in via dell'Industria, si sta già agendo tramite il regolamento delle biomasse per "imporre" in tempi brevi la copertura della vasca del digestato, uno dei problemi delle emissioni odorigene. "Siamo interventi a seguito di una serie di sopralluoghi di Asl e Arpa, le emissioni odorigene in alcune giornate sono state riconosciute – spiega Paccosi – anche dalla stessa azienda, ma non esiste un un'attestazione dell'Asl in merito a un pericolo della salute determinato da tali emissioni. L'unico modo per agire è stato quello di appellarci al regolamento comunale sulle biomasse, prevedendo obblighi e tempi certi per l'adeguamento, ma c'è la necessità di estendere questo regolamento a tutte le attività industriali e artigianali dove si riscontra questo problema".