E' possibile, in base alla normativa vigente, accendere un mutuo per effettuare lavori di manutenzione ordinaria delle strade? Può un'amministrazione chiedere in prestito 1 milione e mezzo di euro, ma far scendere sotto un milione di euro l'importo a base d'asta per evitare il bando ed agire con una procedura negoziata rivolgendosi a un gruppo più ristretto di operatori del settore? E in quali casi è possibile rivolgersi a figure professionali esterne, determinando costi aggiuntivi per la realizzazione dell'opera, senza rischiare di incorrere in un danno erariale? Sono solo alcuni degli interrogativi che i consiglieri d'opposizione Davide Zingaretti e Giorgio Giusfredi - presidente della commissione trasparenza - hanno posto al sindaco, al segretario generale e agli assessori alle finanze e ai lavori pubblici, attraverso una interrogazione a risposta scritta tutta tesa a verificare il rispetto della normativa vigente da parte dell'Amministrazione Terra.
Sotto la lente dei consiglieri della lista Giusfredi, la delibera 62 del 24 aprile 2019, con la quale l'esecutivo ha dato il via libera all'accensione di un mutuo da 1 milione e mezzo di euro presso la cassa depositi e prestiti, finalizzato a finanziare un pur auspicabile intervento di messa in sicurezza della viabilità comunale. «Un intervento che non modifica l'assetto viario, nè il valore patrimoniale del bene - notano i due consiglieri - ma di semplice manutenzione ordinaria, come conferma l'applicazione dell'aliquota Iva al 22% e non quella agevolata al 10% che si applica ai soli investimenti», là dove la legge in materia - 243 del 2012 comma 1 articolo 10 - stabilisce che il ricorso all'indebitamento per gli enti locali è consentito solo per finanziare spese di investimento. Del resto, oltre ai lavori in sè finanziati con un mutuo, non convincono neppure le spese collaterali all'intervento. «Le spese tecniche - notano Davide Zingaretti e Giorgio Giusfredi - esageratamente vanno oltre i 70 mila euro tra incentivi tecnici, progetto, direzione dei lavori, sicurezza e supporto al Rup. Tutte attività in passato svolte attraverso risorse interne e mai interpellando progettisti esterni. Il supporto al Rup, è costato 24 mila euro, malgrado a tale attività si potrebbe ricorrere solo se l'ufficio non avesse le competenze necessarie per espletare le attività».
Non pochi dubbi suscita inoltre la decisione della giunta di ridurre l'importo dei lavori a 990 mila 818 euro, escludendo dall'appalto 40 mila euro di imprevisti e 9 mila euro di lavori in economia. «E' come se la giunta comunale - nota l'opposizione - avesse voluto approvare un quadro economico volutamente sotto la soglia di 1 milione di euro». Motivi sufficienti, secondo Giusfredi e Zingaretti, per interpellare non solo la parte politica ma anche il segretario comunale, sull'eventuale sussistenza degli estremi di danno erariale e su eventuali violazioni della normativa vigente.