I Comuni di Velletri e Lariano hanno deciso di fare fronte unitario nella vicenda riguardante la sistemazione delle terre gravate da uso civico.

È questo quanto si evince dalle delibere approvate dalle relative Giunte comunali e dai vari atti predisposti per arrivare a chiarire una situazione che si trascina da tempo e per la quale la Regione Lazio ha scritto al Comune di Velletri (del cui territorio faceva parte Lariano fino a poco più di cinquant'anni fa, ndr) al fine di ottenere un quadro dettagliato della situazione.

I due Comuni, in particolare, conferiranno un incarico a un istruttore e a un perito demaniale al fine di effettuare una ricognizione delle terre gravate da uso civico, con le risorse che saranno attinte dai fondi accantonati in Regione per le migliorie boschive.

Nel giro di alcuni mesi, dunque, si andrà verso l'individuazione della natura giuridica e la sistemazione delle terre gravate da diritti di natura enfiteutica, legittimate dagli utenti e non ancora definite.

Come evidenziato dalla Regione al Comune di Velletri, infatti, non risulta che nel corso del tempo siano state fatte indagini storico-giuridiche sulle terre gravate da uso civico. Per queste aree, infatti, i cittadini dovrebbero versare dei canoni annuale a chi detiene il diritto, oppure affrancare le terre pagando il dovuto e potendo poi disporre pienamente del compendio.

Sia a Velletri che a Lariano, dunque, esistono occupazioni di terre, legittimate negli anni ‘60 e facenti parte del progetto di sistemazione redatto dal perito demaniale Sante Castellani nel 1954: per la sola Lariano, in questo caso, 65 anni fa emergeva la proposta di legittimazione di 585 occupazioni abusive di terre di uso civico a favore di altrettanti occupatori, «con obbligo - si legge in delibera - di corrispondere l'annuo canone di natura enfiteutica».