La disavventura che racconta Stefania è il frutto maturo di una legge, il cosiddetto decreto dignità, che in poco più di un anno ha raggiunto risultati diametralmente opposti a quelli per cui fu scritta è approvata.
Buone intenzioni
Lei è una commessa in una grande catena di abbigliamento e fino all'autunno del 2018 aveva «sopportato» una serie di contratti a termine interrotti giusto per il periodo necessario a stipularne un altro ex novo senza problemi. A ottobre 2018 viene approvato il decreto dignità che, tra le altre cose, prevede uno stop alle continue proroghe dei contratti a termine e impone l'assunzione a tempo indeterminato dopo la seconda proroga, salvo rare eccezioni dovute a sostituzione di personale in maternità o in malattia. L'intento era più che apprezzabile ma quella legge calata in un'economia depressa e in un settore, quello del commercio al dettaglio, in enorme difficoltà si è rivelata per molte lavoratrici (perché in ballo ci sono soprattutto le commesse) un burrone dal quale è impossibile risalire.
Il racconto
«A fine 2018 ho accettato un nuovo contratto che doveva rappresentare l'anticamera al rapporto di lavoro a tempo indeterminato - racconta Stefania - e infatti questo mi era stato promesso; c'è stata una proroga di ulteriori sei mesi e così è passato un altro anno da precaria alla fine del quale mi è stato comunicato che era impossibile fare altri contratti per ‘colpa' del decreto dignità che per me è diventata una norma contro la dignità. Il titolare del negozio mi ha detto che avrebbe parlato con una persona, un suo amico, responsabile di un'altra società del settore e lì avrei potuto ricominciare con un nuovo contratto ma sempre prorogabile di sole due volte perché con la crisi che c'è nessuno è disposto ad assumere a tempo indeterminato. A quel punto ho detto basta, mi sono rifiutata e adesso sono disoccupata. Preferirei lavorare in nero, senza alcun contratto ma l'orgoglio e la dignità, appunto, me lo impediscono. Ho ripreso a studiare e forse avrei dovuto farlo prima, spero di prendere un diploma e poi posso cercare qualcosa di meglio che non un posto da commessa precaria e senza diritti. Sto anche valutando di presentare ricorso al giudice, alcune mie colleghe lo hanno fatto. Tuttavia sappiamo che i licenziamenti e le interruzioni dei contratti che abbiamo avuto sono legittimi e che probabilmente si tratta di una causa persa. Ciò che voglio dire ai politici e a quelli che studiano come migliorare le condizioni di lavoro è che va valutato meglio l'impatto di ciò che vanno a regolare con le leggi e che si dovrebbe studiare cosa succede in zone molto difficili come Latina. Qui il lavoro non c'è, i disoccupati in fila per prendere il posto di chi viene mandato via sono decine, anzi centinaia».
Questa storia non è isolata e probabilmente la sua «normalità» è il lato peggiore di tutto il sistema delle violazioni descritto da quella che resta una «semplice commessa», una delle tante nelle stesse condizioni.
I numeri
Tuttavia sono sempre i numeri a fornire il quadro migliore (o peggiore) di ciò che sta avvenendo dopo le modifiche legislative nate per evitare abusi. La rotazione contrattuale nei settori dei servizi e del commercio interessa circa 500 persone in media ogni trimestre ed è la cifra che muove le statistiche provinciali lasciandole praticamente invariate sul fronte dei livelli occupazionali.
La disoccupazione
Ciò che cambia, anzi ciò che è cambiato dopo l'entrata in vigore della legge, è la quantità di domande di disoccupazione che vengono presentate dopo il secondo rinnovo, ossia quando non c'è più alcuna possibilità di avere una ulteriore proroga, la «catena di montaggio» del lavoro a tempo si blocca e ci si avvia alla disoccupazione protetta per un periodo determinato.
Sia la rotazione dei soggetti contrattualizzati che il numero dei sussidi per la disoccupazione che ne consegue sono aumentati.
Il caso
La denuncia di una commessa: "Il decreto dignità ha peggiorato le cose"
Latina - La denuncia di una giovane commessa cui è stata negata la proroga dopo la nuova legge. Per ogni rinnovo mancato, decine di persone pronte a sostituirti"