Il Comune di Sezze non ritiene opportuno dotarsi di un regolamento per far fronte ai problemi legati alla ludopatia, uno dei mali del secolo che sui Lepini, ormai da anni, trova terreno fertile senza che si riesca a porvi rimedio. Sembra essere questa la linea che l'Amministrazione comunale guidata da Sergio Di Raimo vuole seguire, pur riconoscendo che il problema esista, come dimostrato ampiamente dai report che arrivano dalla Questura. L'occasione per parlare dello spinoso tema è stata l'assise di ieri pomeriggio. In risposta ad un'interrogazione presentata dal gruppo di SezzeBeneComune (composto dalle consigliere Rita Palombi ed Eleonora Contento) l'attuale assessore ai Servizi Sociali Andrea Campoli ha spiegato come l'ente non sia a conoscenza di quante slot machine siano attualmente presenti all'interno dei bar e delle sale giochi sul territorio setino, proprio in virtù del fatto che le autorizzazioni vengono presentate dalle attività commerciali alla Questura che, a sua volta, concede le licenze.
Lo stesso Campoli, cui è stato ricordato di ricoprire la carica di sindaco quando nel 2014 l'ente cercò di dotarsi di un regolamento sulla ludopatia, ha spiegato che secondo il suo punto di vista un regolamento comunale serva a poco, non risolva un problema comunque da attenzionare. Piuttosto, sempre secondo l'ex primo cittadino, sarebbe opportuno ragionare su progetti di prevenzione e di educazione, rivolti soprattutto alle fasce di età più giovani. Una posizione che secondo Campoli sarebbe legittimata da diversi ricorsi presentati quando alcuni enti locali hanno deciso di dotarsi di un proprio regolamento. La stessa Eleonora Contento ha sottolineato come questi episodi si siano effettivamente verificati, ma nel 2014, mentre negli anni successivi, forti anche di diverse sentenze e delle posizioni espresse dall'Anci, quei rischi siano stati superati: «Dai rapporti su questa provincia - ha spiegato l'esponente di Sbc - Latina, Formia, Terracina e Sezze risultano leader di questa particolare e spiacevole graduatoria. Nel corso degli anni, però, i nostri colleghi amministratori in quelle città hanno deciso di dotarsi di un regolamento comunale e qualcosa sembra essere cambiato».
Da qui l'invito, sostenuto anche dal resto della minoranza in consiglio comunale, di tornare a ragionare su questi elementi, per evitare l'aggravarsi di una situazione che presto o tardi bisognerà affrontare.