Sul piano di gestione dei daini nel Parco nazionale del Circeo interviene ancora una volta Anna Giannetti, presidente del circolo di Terracina e consigliere nazionale dell'associazione, anche alla luce delle dichiarazioni rese in questi giorni dalle amministrazioni comunali di Terracina e Prossedi che si sono proposte per possibili adozioni.
Giannetti ribadisce come Legambiente sin dall'inizio abbia espresso la volontà «non solo di operare sull'emergenza dei trasferimenti per evitare gli abbattimenti», ma anche di «proporre almeno una temporanea sospensione del piano di gestione del Parco e di una revisione delle linee guida dell'Ispra», pur tenendo conto che il piano ha avuto il parere positivo del ministero dell'Ambiente e della Regione Lazio. L'idea dell'associazione è quella di «introdurre metodi di prelievo meno cruenti», più in linea con la «contemporanea sensibilità animalista».
In questi giorni - rileva Giannetti - i circoli locali di Legambiente «si stanno prodigando per trovare aree dove poter trasferire in totale sicurezza, e secondo metodiche collaudate, i daini». Anche il Parco del Circeo, «per bocca del direttore Cassola, apre con giudizio a tutte le possibilità alternative agli abbattimenti». Al contempo, «assistiamo invece a una rincorsa facile delle amministrazioni» - critica la presidente del circolo di Terracina - «le quali, sull'onda emotiva e senza alcuna considerazione degli impatti ecologici e degli aspetti tecnici assai complessi, si propongono per adozioni sul proprio territorio. Questo senza peraltro specificare su quali aree demaniali e con quali costi. Oppure pensano a delocalizzare gli animali attraverso l'adozione di privati, aziende agricole e agrituristiche che ne potrebbero far richiesta. Ricordiamo però che non devono essere gli eventuali interessi elettorali a delineare il destino di questi animali, tra l'altro già soggetti ad attività di bracconaggio, ma piuttosto il loro benessere e soprattutto dobbiamo evitare che in tutto questo quadro si introduca surrettiziamente, come del resto abbiamo sperimentato a Ravenna, nella Pineta di Classe, con la concessione di un abbattimento ingiustificato di 67 esemplari di daino, l'attività venatoria, sempre pronta, con il suo corredo di fucili per divertimento».