Dopo anni di oblìo si è tornato a parlare di metropolitana a causa della decisione in primo grado del tribunale delle imprese di Roma che ha respinto la richiesta milionaria di Metrolatina a danno del Comune. I giudici hanno deciso che il privato non può reclamare la risoluzione della convenzione di concessione firmata il 24 settembre 2007, né rivendicare il diritto al percepimento delle penali dovute in caso di risoluzione contrattuale. Questo esito ha rilanciato anche il dibattito sulla realizzazione dell'opera proprio nei giorni in cui l'ex sindaco Vincenzo Zaccheo è tornato alla ribalta dopo la sua "riabilitazione" politica a seguito della sentenza sul video taroccato di Striscia. E sulla metro sembra di tornare indietro nel tempo se molti vecchi sostenitori del progetto si fanno sentire e sentono il bisogno di uscire allo scoperto. Come l'ex consigliere comunale Alessandro Aielli che rilancia la necessità di un sistema di trasporto come questo.

«Attualmente al di là della propaganda portata avanti da Coletta - spiega Aielli - il vero grande "dazio" per la città è la sua amministrazione ed il costo è pesantissimo, il vero "bluff" è il suo "libro nuovo" rimasto lettera morta. A farne le spese sono i cittadini. Basta guardarsi intorno per vedere una città in declino, impoverita, svuotata di visioni e ripiegata su se stessa dalla logica del "non fare». Non sono in grado di dire se il progetto della Metropolitana leggera possa essere ancora recuperato stante l'inerzia politica con cui è stato affrontato il tema negli ultimi anni, ma quel che è certo è che si tratta di un'opera strategica per l'economia, per lo sviluppo e per l'intera mobilità della nostra provincia e del Lazio». Oggi che i soldi del Cipe sono ancora destinati a Latina per Aielli è impensabile che si arretri di fronte a qualche criticità. L'avvocato ricorda il parere pro-veritate commissionato dall'allora Commissario prefettizio a seguito della caduta della Giunta Zaccheo, «parere che confermava come si trattasse di un classico progetto di finanza teso a realizzare un'opera con rilevanti esternalità positive in termini di benefici sociali indotti giustificanti, appunto, la massiccia erogazione pubblica a carico dello Stato. Inimmaginabili e notevolissime, dunque, le ricadute di quest'opera nel territorio in termini di facilità di spostamento da e per la capitale, con relativi flussi anche turistici oltre che di tipo lavorativo; in termini occupazionali; ambientali e di generale miglioramento della qualità della vita».

Aielli parla anche di altre città nelle quali questo tipo di opera è stata realizzata «peraltro con costi a carico delle casse comunali diversamente di quello che accadrebbe per Latina e in quei casi l'istituzione regionale si è fatta carico di questo contributo, come peraltro accade regolarmente per altre forme di trasposto altrimenti anch'esse non sostenibili finanziariamente. Per quanto l'entità del contributo chilometrico fissato a 7,5 euro, va ricordato, ad esempio, che la Regione Sardegna ha approvato un contributo pari a 7,21 euro per la Metro leggera di Sassari e che ad un preciso quesito posto al Ministero delle Infrastrutture, quest'ultimo assicurava che in materia di federalismo fiscale si sarebbe provveduto a fissare criteri uniformi per la determinazione di costi standard per il tpl». E se Aielli ricorda che anche l'allora presidente della Regione Lazio, Pietro Marrazzo si espresse in maniera favorevole definendo il progetto di «importanza strategica nel contesto del trasporto rapido di massa della regione Lazio» - dimentica di dire che la Regione, sia con Marrazzo che con la Polverini non diede mai seguito, con atti amministrativi, agli intenti espressi a parole. Buoni propositi, da chi doveva mettere un contributo chilometrico sostanzioso per reggerne la sostenibilità finanziaria, ma nulla di più.