Sono iniziate ieri sulla pagina Facebook del Lazio Pride le votazioni per indicare la città che dovrà ospitare l'evento: in testa Rieti, segue Velletri. Ceccano staccata.

E' questa la situazione fotografata alle 20 di oggi, con il capoluogo reatino che si trova in testa con 2.165 preferenze, seguita dalla città dei Castelli Romani con 1.231 voti. A chiudere la classifica c'è la cittadina ciociara, con "soli" 875 consensi.

In totale, sono ben 4.340 i voti espressi per indicare la preferenza della popolazione. «Sono numeri - fanno sapere proprio gli organizzatori del Lazio Pride - che portano Rieti in cima alla classifica social sulla pagina Facebook di Lazio Pride, seguita da Velletri e Ceccano. Un effetto incontenibile che sta superando il trend del 2019 che portò Frosinone alla vittoria, con oltre 8.000 persone che scesero in piazza quel giorno».

Le votazioni saranno aperte fino al 16 febbraio: è possibile esprimere la propria preferenza per una delle tre città indicando una emoticon al posto del classico "MiPiace". Chi volesse votare per Velletri dovrà inserire la faccina che ride, chi intenderà sostenere Ceccano dovrà mettere un cuore e chi, infine, sarà propenso per Rieti potrà mettere la faccina stupita.

«Le votazioni sui social - hanno aggiunto da Lazio Pride - si sommeranno a diversi fattori che permetteranno al Comitato Lazio Pride di scegliere dove ospitare l'edizione 2020 della manifestazione regionale. Tra le variabili che influenzano sulla scelta - precisano gli organizzatori - ci sono l'andamento delle presentazioni ufficiali svoltesi sui territori negli ultimi mesi, la presenza di gruppi di supporto e di organizzazione, la raggiungibilità delle città indicate, l'innovatività della candidatura».

Insomma, sarà fondamentale il parere della popolazione, cui si aggiungeranno alcune valutazioni tecniche: «La quinta edizione del Lazio Pride - concludono i promotori dell'evento - appare come speciale in quanto tutte e tre le località proposte non sono mai state candidate a ospitare la manifestazione, tenutasi nel 2016 e nel 2017 a Latina, nel 2018 a Ostia e nel 2019 a Frosinone».

Nelle score ore, per restare agli aspetti veliterni, non sono mancati momenti polemici. Infatti, dopo l'entusiasmo mostrato dal consigliere del Pd Giorgio Zaccagnini per la candidatura, è arrivata anche una dura nota del movimento civico "Gente Libera", che ha chiesto un ripensamento rispetto alla possibilità di ospitare la kermesse in città.

Al netto di tutto, però, chi ha avanzato la candidatura di Velletri - ossia l'Arcigay dei Castelli Romani - è stato chiaro: «Il nostro lavoro e la bellissima cittadina di Velletri si inseriscono nella sfida per il Lazio Pride 2020, insieme a Rieti e Ceccano - hanno scritto sulla propria pagina Facebook dall'Arcigay -. L'importanza dei territori, delle periferie e delle province è fondamentale per trasmettere il messaggio di una manifestazione carica di significati come quella del Pride. Ed è nostro obiettivo, insieme al vostro sostegno, colorare Velletri e portare felicità, inclusione e tanto, tantissimo amore».

La candidatura di Velletri per ospitare il Lazio Pride 2020, avanzata dall'Arcigay dei Castelli Romani, sta dividendo la città e la politica. Infatti, se da un lato ci sono coloro che vedono di buon occhio la possibile assegnazione della manifestazione, dall'altra c'è chi non vorrebbe questo evento all'interno delle "mura" castellane.
«È una straordinaria occasione di crescita collettiva, sia dal punto di vista socio culturale che dal lato economico turistico - ha esordito il consigliere comunale del Pd, Giorgio Zaccagnini -. Se vinceremo questa gara a tre con le altre città del Lazio candidate, sono sicuro che ciascuno di noi saprà dare il proprio contributo prezioso per la riuscita della manifestazione».
«Gente Libera è contraria alla candidatura di Velletri come città ospitante il Gay Pride del Lazio - hanno invece commentato dal movimento civico - e invita gli amministratori locali a esaminare attentamente cosa rappresenti per la cittadinanza una manifestazione di tal genere».

di: Francesco Marzoli