Dopo la paura dei primi giorni che aveva letteralmente svuotato gli uffici postali, la gente ha ripreso a uscire per quei servizi ritenuti essenziali e le Poste sono state prese nuovamente d'assalto, con tutti i disagi del caso, prima di tutto per i lavoratori, oltre che per gli utenti, costretti a lunghe code necessarie per il rispetto delle distanze di sicurezza imposte dalla prevenzione del contagio da Coronavirus.
Ieri mattina intanto le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno avuto un confronto, in videoconferenza, col prefetto Maria Rosa Trio per valutare iniziative utili a limitare il rischio contaggio per gli operatori degli uffici postali, ma anche salvaguardarli dagli atteggiamenti aggressivi di alcuni utenti, alimentati appunto dalle lunghe attese.
Proprio alla luce di una situazione che rischia di peggiorare, il sindacato Slc-Cgil è intervenuti attraverso la segreteria nazionale per chiedere, a Poste Italiane, di limitare i servizi erogati a quelli essenziali. «Alla luce del nuovo Decreto Presidenziale - si legge nella comunicazione - al fine di garantire la massima sicurezza dei Lavoratori che operano in Poste Italiane in questa fase drammatica del Paese, ritiene non applicabile, al momento dato, la valutazione di servizio essenziale contenuta nel Contratto di Programma».
Tra i servizi ritenuti essenziali dalla Slc-Cgil, sono elencati: il pagamento delle pensioni non accreditate su libretti, conti o carte; il prelevamento di denaro; la restituzione di carte magnetiche bloccate negli sportelli automatici, vaglia e trasferimento fondi (eurogiro e Moneygram), bonifico e postagiro; accettazione raccomandata, assicurata e Atto Giudiziario; pacchi e corrispondenza inesitati; vendita diretta dei francobolli ai tabaccai; identificazione poste id abilitato a spid; quindi i servizi, se non prorogabili nella scadenza, di pagamento f24/f23, emissione carta acquisti e carta reddito di cittadinanza, accettazione permessi di soggiorno.
«Si ritiene opportuno - scrive ancora il sindacato - rinviare ad un momento successivo al pagamento delle pensioni, ogni valutazione circa l'opportunità di valutare il reinserimento di eventuali servizi offerti ai cittadini. In presenza di una mancata apertura da parte del Governo e di Poste Italiane, atta a valutare la riduzione dei servizi da offrire ai cittadini, limitandoli a quelli effettivamente essenziali, ancorché meno remunerativi, sarà costretta a ricorrere ad ogni forma di mobilitazione in nostro facoltà, non escludendo, infine, l'istituto dello sciopero, pur di salvaguardare la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori».
La proposta
Coronavirus, uffici postali presi d’assalto Troppi rischi per i lavoratori
Latina - La Cgil invoca la riduzione dei servizi Intanto ieri le principali sigle sindacali si sono confrontate col Prefetto sulle possibili iniziative