Sin dalle prime restrizioni, l'emergenza Coronavirus si è rivelata un incubo per le tante famiglie che, già prima dell'avanzata del contagio, arrivavano con fatica alla fine del mese. Le ricadute economiche della serrata generale stanno già producendo pesanti effetti, specie tra chi non aveva un lavoro fisso e si arrangiava con impieghi saltuari. Il grido d'aiuto dei troppi che non possono permettersi di fare la spesa, non è rimasto inascoltato, la solidarietà si sta muovendo dal basso: grazie all'iniziativa di una giovane madre, a Latina si è messo in moto un movimento che in pochi giorni è diventato un punto di riferimento per un numero sempre maggiore di famiglie.
Pontendo contare sul supporto di alcuni benefattori, che acquistano direttamente i generi alimentari o le danno i soldi necessari per soddisfare le richieste di chi ha più bisogno, Erika in pochi giorni ha creato su Facebook il gruppo "Uniti si Vince! Latina" per intercettare le persone bisognose e magari qualche aiuto in più. Un movimento che sta crescendo a vista d'occhio e sta diventando un impegno piuttosto gravoso, soprattutto dal punto di vista logistico. Difficoltà che non spaventano assolutamente l'ideatrice di questa iniziativa.
«Tutto è iniziato quando ho visto la foto su Facebook di una mia conoscente, madre di cinque bimbi, che festeggiava il compleanno della figlia con un tavolo quasi vuoto - racconta Erica - Gli occhi della figlia erano spenti, praticamente rassegnati. Allora ho deciso di attivarmi per aiutare quella donna, così ho chiesto aiuto ad alcuni amici per farle la spesa, era la festa del papà, e ho trovato l'appoggio di tanti, anche sconosciuti. Poi ho pensato, chissà quante famiglie non hanno nulla e stanno soffrendo perché non possono offrire un pasto dignitoso ai loro bambini. Così ho deciso di aprire il gruppo di aiuto, potendo contare su tanti amici, persone meravigliose che si privano di qualcosa per aiutare chi non ce la fa».
L'iniziativa di Erica è partita una settimana fa e il gruppo è online da venerdì. Lei riceve i generi alimentari oppure i soldi che utilizza principalmente per acquistare prodotti di prima necessità a lunga conservazione, oppure buoni spesa per aiutare le famiglie a soddisfare necessità diverse. Erika poi gira per le consegne, oppure riceve a casa le persone che hanno bisogno di aiuti: le richieste che raccoglie attraverso Facebook restano anonime e le condivide con gli altri.
«Perché lo faccio? Sono una mamma single, anni fa anche io non avevo da mangiare - racconta Erika - Sono stata aiutata a rialzarmi e ora che sto bene è arrivato il mio momento di ricambiare il bene che ho ricevuto. Sì, corro qualche rischio a girare, per incontrare i volontari e le persone che hanno bisogno della spesa, ma più che altro avrei bisogno di una mano». Le richieste di aiuto, infatti, stanno crescendo, dopo la prima ne sono arrivate subito tre, poi sei e ieri ancora altre. Ci sono padri che si arrangiavano e ora non hanno più una fonte di guadagno, famiglie numerose oppure alle prese con casi di disabilità grave. Una comunità invisibile, in rapida crescita: per aiutarli non bastano le risorse economiche, serve forza di volontà e tanta sensibilità.