«E' necessario preservare la catena dei pagamenti e se è vero che per farlo si aspettano segnali forti, in primis dal Governo e poi dalle banche, è altrettanto vero che l'atteggiamento che si sta diffondendo anche fra le imprese, e cioè che chi ha cassa in pancia se la tiene a discapito della propria filiera di subappaltatori, fornitori, è profondamente sbagliato. Chi ha i soldi in cassa deve pagare regolarmente le scadenze ai propri fornitori perché, quando sarà il momento, si potrà ripartire solo se ci saranno ancora tutti gli anelli della catena».
Questa la riflessione e l'appello lanciati dal presidente di Ance Latina, Pierantonio Palluzzi. Il rappresentante dei costruttori edili della provincia di Latina ribadisce l'esigenza di supportare il sistema economico e la necessità che tutti facciano la loro parte. Obiettivo: sostenere la catena dei pagamenti.
«Altrimenti – spiega Palluzzi – rischiamo il collasso».
Con il decreto di marzo – afferma il presidente di Ance Latina - il Governo ha, in parte, dato respiro alle imprese prorogando alcune scadenze ed attivando gli ammortizzatori sociali per i lavoratori. A questo punto la speranza è che con il decreto di aprile vengano previsti meccanismi straordinari di disponibilità di cassa in favore di tutte le imprese che hanno dovuto sospendere le attività.
«Questo perché – prosegue Palluzzi - lo stop ha generato tre fenomeni che se combinati, come sta avvenendo in queste settimane, potrebbero comportare la chiusura definitiva di molte aziende: l'interruzione improvvisa dei flussi di cassa e di produzione atta a generare ricavi, l'impossibilità di annullare i costi di gestione, il cumulo delle scadenze verso i fornitori. In questa condizione di crisi di liquidità, anche la scomparsa di un solo operatore della filiera comprometterebbe la sopravvivenza di tutti gli altri. Il nostro settore purtroppo questo fenomeno lo conosce bene, infatti la crisi che dura ormai da dodici anni e che ha portato ad una riduzione del 40% di aziende e lavoratori dell'edilizia si è così amplificata perché molti grandi gruppi e general contractor non hanno retto botta e hanno lasciato sul campo intere filiere a loro collegate: appaltatori, subappaltatori, artigiani, fornitori. Se ora non prendiamo le giuste contromisure o smettiamo di riporre reciproca fiducia, rischiamo di attivare dei meccanismi per cui ciò che è avvenuto in edilizia in dodici anni, avverrà in tutti i settori economici in due mesi. Bisogna remare tutti nella stessa direzione, ecco perché dispiace ricevere da più parti notizie che, nonostante la moratoria su mutui e finanziamenti alle imprese disposta dal Governo, a marzo molte banche e finanziarie abbiano comunque provveduto a riscuotere la rata del mese, se si vuole mantenere in piedi il sistema i primi che dovrebbero tutelarlo sono proprio coloro che detengono la cassa». Da qui la riflessione relativa alla necessità di preservare la catena dei pagamenti e l'appello affinché tutti facciano la loro parte per sostenere i settori sfruttando le disponibilità di cassa, quando ci sono, per continuare a pagare regolarmente le scadenze ai fornitori e questo perché, ha ribadito il presidente di Ance «Quando sarà il momento, si potrà ripartire solo se ci saranno ancora tutti gli anelli della catena».
A questo punto Palluzzi fa l'esempio di Anas: «Voglio portare – spiega - un esempio virtuoso di questi giorni e cioè la comunicazione interna disposta dall'Ad di Anas Massimo Simonini verso tutti i dirigenti al fine di accelerare le procedure di pagamento per le prestazioni eseguite dalle imprese (anche senza attendere i trenta giorni di prassi) e la contabilizzazione di Sal anche al 50% della previsione contrattuale. Non è il momento di dividerci – conclude Palluzzi - bisogna fare fronte comune e per farlo occorre avere immissione di liquidità e farla girare».