Sono ormai diventate, gioco forza, parte dell'abbigliamento quotidiano di ognuno di noi. Prima di uscire di casa, oltre alle chiave, prendiamo la mascherina. E così sarà anche nella Fase 2, quando ci sarà un allentamento delle misure di contenimento e probabilmente fino a quando non avremo un vaccino o una cura efficace contro il Coronavirus. Ma la corsa ad accaparrarsi questo dispositivo sta generando confusione, furbizie e disagi. E dalle difficoltà non si salvano nemmeno gli enti locali o le grandi aziende. Per capire meglio la situazione abbiamo parlato con Francesco Salvadori, imprenditore di Latina, che attraverso la sua la Temporary Business Management aiuta alcune aziende pontine a importare mascherine senza incorrere in problemi legati a regole, dogane e burocrazia.
«Prima di tutto va detto che le mascherine da importare sono quelle omologate e rispondenti alle indicazioni delle autorità competenti - spiega Salvadori - Purtroppo accade in questo periodo che molte aziende italiane finiscano in errore e ordinino prodotti che non sono idonei. Come è successo ad una farmaceutica della nostra provincia che ha ordinato 100 mila mascherine, pagate anticipate e sono state bloccate in dogana perché non sono prodotti idonei all'importazione. In Cina ci sono leggi che vanno conosciute per evitare questi intoppi». E Salvadori, che fa proprio questo nella vita, sa bene di cosa parla. Una situazione che riguarda in particolare le mascherine Ffp2, le più idonee all'emergenza Covid. «In queste settimane lavoriamo per seguire puntualmente tutto l'iter burocratico in totale sicurezza per l'acquisto di mascherine Ffp2 e non avere brutte sorprese per i nostri clienti».
Ma oltre alle imprese anche i semplici cittadini sono in questi giorni a caccia di mascherine, fanno scorta e se non le trovano nelle farmacie, vanno a cercarle su internet. Salvadori mette in guardia in questo senso dalle offerte che spesso si trovano sui social come Facebook o Instagram. «In tanti si sono messi a vendere le mascherine ma solo pochissimi producono quelle davvero idonee e certificate». Il punto è che sul mercato si trova di tutto, anche quelle non idonee. «Il 90% degli annunci sponsorizzati che troviamo sui social sono di mascherine non omologate. Se si controllano i codici risultano non validi». E non è difficile crederlo. Nella difficoltà generale, molte aziende e laboratori – con volontà e spirito di intraprendenza – si sono messe a disposizione per produrre mascherine. Ma solo il 4% ha superato i test sull'efficienza di filtrazione, respirabilità, pulizia e biocompatibilità imposti dal Ministero della Salute.
Altro grosso problema, poi, è la burocrazia. «La gran parte di questi prodotti viene acquistata all'estero e in particolare in Cina - spiega Salvadori - Molti imprenditori ma anche enti locali hanno avuto a che fare con le difficoltà della burocrazia nelle importazioni di questi prodotti, che non dimentichiamolo sono dispositivi medici. In alcuni casi siamo riusciti a sbloccare la situazione ma davvero è uno scenario difficile da gestire e la fregatura è dietro l'angolo: pensate a cosa significhi fare un ordinativo enorme di un prodotto e ritrovarsi dispositivi non a norma».
Il fatto
Mascherine, certificazioni e importazioni: ecco come evitare guai
Latina - Tanti i problemi per enti pubblici e aziende nell’importazione dei dispositivi di sicurezza. L'imprenditore pontino Francesco Salvadori spiega come muoversi