«Ora basta. E' il momento delle risposte, delle certezze. Non possiamo attendere oltre». La pazienza del presidente di Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora è finita. Il balletto di date, proposte e regole sulle Fase 2 è diventato insostenibile. Il Governo che dice una cosa, un ministro che la smentisce, i comitati che proliferano senza produrre, le regioni che vanno in ordine sparso, ognuno che mette in campo una ricetta. C'è solo confusione in questo momento, in Italia e nel Lazio. Ma gli imprenditori, i commercianti, hanno bisogno di certezze, di regole chiare da rispettare per ripartire. Di date da segnare sul calendario e in base alle quali organizzare la ripartenza.
Giovanni Acampora, presidente di Confcommercio, prova a farsi portavoce dei malumori della categoria delle piccole e medie imprese: «Basta ordinanze regionali su singole materie, inconcepibile ad esempio che sulle modalità della vendita di asporto ogni regione legiferi autonomamente attraverso ordinanze e in modo disomogenee. La peggiore decisione in momenti così gravi è non decidere; così facendo si mina irreversibilmente l'unità nazionale che anzi in questi momenti dovrebbe al contrario uscire fortemente rafforzata».
Ma non solo. «Basta audizioni, tavoli di concertazione, commissioni, comitati, task force, protagonismi e contrapposizioni che hanno l'unico scopo di spalmare le responsabilità – afferma Acampora - C'è l'esigenza di una regia nazionale; servono poche regole ma allo stesso tempo, decisioni chiare, semplici e di buon senso che ci consentano di programmare le nostre riaperture in sicurezza». La rabbia è tanta. «Siamo sbigottiti, increduli e soprattutto delusi da quanto sta accadendo. Ma siamo anchepronti a metterci nuovamente in gioco, a cambiare; lo abbiamo dimostrato e continueremo a farlo, ma occorre allo stesso tempo che lo facciano tutti i players di questa drammatica partita, la politica, le istituzioni locali e regionali, governo ed Europa».
La posizione
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Latina - Il duro monito del presidente di Confcommercio Giovanni Acampora: «Vogliamo date, regole e risposte certe per ripartire. Qui si scherza col fuoco»