Sigla, titoli di coda, sipario. Fine dello spettacolo. I cinema sono chiusi, il grande schermo è spento. Ci vorrà tempo per riaccendere la macchina da presa, la ripartenza sarà lenta e potrebbe essere dolorosa. L'indotto che è paralizzato da quasi due mesi sforna dei numeri imponenti che avranno conseguenze.
«Peccato, il 2020 era uno degli anni più floridi, almeno queste erano le prospettive anche per il fondo attivato dalla Regione Lazio che stabilisce di far realizzare le riprese fuori dal centro di Roma e dagli stabilimenti romani e quindi si poteva andare in provincia» spiega Rino Piccolo, presidente della Latina Film Commission, che ribadisce la gravità del danno.
Latina rispetto a tutto il Lazio soffre molto di più per diversi motivi: nel corso degli ultimi anni il territorio pontino ha strappato consensi e l'appeal è cresciuto diventando il set privilegiato per film e serie tv. E' una provincia che, dopo Roma, è leader, è un territorio attrezzato per la varietà dei paesaggi: mare, sabbia, scoglio, costa, isole, centri storici, borghi medievali, collina, boschi, contesti post industriali. Tutto. Un pezzo dell'ultimo successo di Checco Zalone ad esempio è stato girato anche nei vivai Aumenta oltre che nella Torre Pontina.
Restano in stand by diverse produzioni, almeno una dozzina, tra cui la serie su Leonardo, con le riprese che si dovevano svolgere a Sermoneta, oppure un film con Stefania Sandrelli e infine un'altra serie tv americana in base ad un accordo con Netfix.