Cerca

Il fatto

"Una strage non prevedibile", i motivi dell'assoluzione dei medici

Accusati di omicidio colposo per aver restituito l'arma a Capasso. Aveva sparato alla ex, ucciso le figlie e si era tolto la vita

"Una strage non prevedibile", i motivi dell'assoluzione dei medici

In  76 pagine il giudice monocratico del Tribunale di Latina  Elena Villani  motiva le assoluzioni del medici Quintilio Facchini e Chiara Verdone, rispettivamente medico di fiducia e medico militare presso il servizio di infermeria del presidio di Velletri. Erano imputati con l’accusa di  omicidio colposo per  aver autorizzato la restituzione dell’arma d’ordinanza al carabiniere Luigi Capasso che il 28 febbraio del 2018,  prima ha ferito l’ex moglie Antonietta Gargiulo e poi ha ucciso le due figlie Alessia e Martina, di 13 e 7 anni e infine si tolse la vita nella loro abitazione alla Collina dei Pini a Cisterna.
«Non può affermarsi che gli elementi conosciuti o quanto meno quelli emersi che l’istruttoria ha consentito di ritenere provati - è riportato in un passaggio delle motivazioni -  fossero sufficienti per formulare un giudizio di prevedibilità degli eventi alla luce dei parametri di giurisprudenza, secondo i quali nel caso di specie - ha scritto il magistrato  -  non è sufficiente una generica prevedibilità di lesione dell’integrità fisica ma occorre la prevedibilità della lesione del bene, potendo tali elementi al più far immaginare che potessero reiterarsi condotte di prevaricazione morale o aggressione all’integrità fisica ma non anche di aggressione al bene vita nelle modalità tragiche e gravissime nelle quali si sono verificate».
I due imputati che sono stati assolti lo scorso luglio sono difesi dagli avvocati Orlando Mariani, Sara Tassoni,  Carlo Arnulfo. Nel corso della sua requisitoria il pubblico ministero Giuseppe Bontempo, titolare dell’inchiesta,   aveva ricostruito i fatti chiedendo la condanna alla pena di due anni e sei mesi.  Secondo l’accusa Capasso non doveva avere la pistola per i suoi segni di squilibrio.
Nelle motivazioni il magistrato ripercorre nel dettaglio  tutta la vicenda, a partire dal rapporto tra Capasso e l’ex moglie Antonietta Gargiulo, alla paura della donna, all’aggressione avvenuta il 4 settembre del 2017 all’esterno dello stabilimento Findus.  Antonietta Gargiulo unica sopravvissuta alla strage si è costituita parte civile.  «Avete ucciso le mie figlie una seconda volta», aveva scritto sui social dopo la sentenza.  In un altro passaggio il giudice mette in rilievo un punto:  «Le risultanze dell’istruttoria dibattimentale non consentono di affermare che le condotte doverose omesse dalla Verdone sarebbero state utili ad acquisire il completo patrimonio conoscitivo avuto dai consulenti sulla cui base poteva formularsi la diagnosi indicata.  Preso atto - è un altro passaggio delle motivazioni -  della conoscenza più approfondita che Facchini aveva del vissuto  dell’imputato rispetto alla Verdone, va detto che per quanto acquisito al dibattimento non è dato affermare che egli avesse una capacità predittiva  della tipologia di eventi verificatisi quanto meno alla data nella quale rilascia il certificato». Il giudice ha ricostruito in un'altra parte delle motivazioni quello che è accaduto nel dibattimento.  
«Le risultanze dell’istruttoria sono invece rimaste imprecise e contraddittorie in ordine alla conoscenza che il Facchini abbia avuto degli ulteriori episodi aggressivi di cui  si era reso responsabile negli anni precedenti». Capasso il giorno della strage aveva esploso diciassette colpi con la sua pistola d’ordinanza: sei contro la moglie nel garage dell’abitazione, sei contro la figlia Alessia nella cameretta, tre contro Martina nel letto della camera matrimoniale. Un colpo raggiunse la finestra e con un altro si era tolto la vita. 

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione