I giudici del Tribunale del Riesame hanno sciolto la riserva e hanno lasciato inalterato l'impianto accusatorio per uno degli indagati dell'operazione Scarabeo che era finito in carcere. I magistrati romani alla fine hanno confermato il carcere nei confronti di Marco Scarselletti, 54 anni, di Latina, difeso dall'avvocato Italo Montini, che aveva impugnato il provvedimento restrittivo. Una volta che saranno depositate le motivazioni della decisione il quadro sarà ancora più chiaro. Le ordinanze di custodia cautelare erano state firmate dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario su richiesta della Procura.
La risposta arrivata da Roma per la posizione di Scarselletti, rinforza il castello accusatorio che poggia le basi su una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso agli inquirenti di contestare a vario titolo il vincolo associativo.
L'inchiesta dei carabinieri del Nucleo Investigativo è nata a seguito di una fuga di notizie relativa agli sgomberi in alcuni appartamenti in via Bruxelles a Latina. Nelle pieghe delle indagini infatti è emerso che alcuni condomini fossero a conoscenza e in anticipo le azioni delle forze dell'ordine.
Nell'operazione Scarabeo, Scarselletti è ritenuta una figura importante: è un esperto informatico in grado di contraffare - secondo quanto ricostruito dai carabinieri - documenti e accedere ai siti delle società finanziarie per presentare richieste utilizzando gli indirizzi email dei richiedenti il finanziamento. Nei giorni scorsi si era svolta l'udienza a Roma dove la difesa del 54enne aveva cercato di scardinare le accuse. La posizione dell'informatico era stata l'ultima ad essere presa in esame dopo che nella maggior parte dei casi, tranne che per Serena Capponi, (il cui ricorso era stato accolto) i giudici avevano confermato in blocco le accuse e le misure.