«Una macchina da soldi». E basta. Ecco cosa rappresentava Gloria Pompili per i due imputati condannati anche dalla Corte d'Assise d'Appello per l'omicidio della giovane donna frusinate, madre di due figli, mortificata e uccisa di botte il 23 agosto del 2017 in una piazzola di sosta sulla Monti Lepini a Prossedi.

I giudici sottolineano nelle motivazioni della condanna per i due imputati: la zia Loide Del Prete e il compagno di lei, il tunisino Saad Mohamed Elesh Salem, sia la crudeltà che «la violenza inaudita» e usano il termine «bestiale» per descrivere il pestaggio. «Il corpo della vittima parla da solo», è un altro passaggio indicativo che rende l'idea di cosa sia successo quella sera in auto.

«Da un esame esterno del cadavere, così come dalle foto drammaticamente eloquenti - ha scritto il presidente estensore Andrea Calabria - la morte è avvenuta per la rottura della milza». Nel processo ha rivestito un peso anche la testimonianza di un uomo che a Nettuno, poche ore prima dell'omicidio, ha visto chiaramente «una ragazza che veniva picchiata da un uomo e una donna i quali dopo averla fatta cadere a terra la colpivano». Sempre il pomeriggio del 23 agosto del 2017 un altro testimone ha visto la giovane frusinate che entrava nel suo negozio, appariva sofferente e aveva gli zigomi neri. Sono state queste le ultime ore di vita della ragazza.