Finiranno nei laboratori degli specialisti del Ris dei carabinieri i due reperti sequestrati in via Regione Veneto alla periferia di Latina, dove si è sviluppato il violento incendio che un mese fa ha distrutto oltre 35 ettari di verde. Le indagini dei carabinieri della Forestale del Comando Provinciale, coordinate dal pubblico ministero Marco Giancristofaro, sono serrate e puntano a risalire al responsabile che ha appiccato l'incendio, ma non è escluso anche che abbia avuto un complice. I danni potevano essere ancora più gravi se la macchina dei soccorsi non fosse stata così tempestiva ed efficace. Quando il rogo era stato domato, gli inquirenti nel corso di un sopralluogo avevano trovato i due ordigni in via Regione Veneto, una strada di transito, scelta sempre più spesso per scaricare e abbandonare rifiuti di ogni genere. Gli investigatori avevano sequestrato infatti dei contenitori simili a quelli che si usano per i botti di Capodanno. I due reperti hanno rappresentato un indizio per risalire alla causa delle fiamme, è per questo che saranno attentamente analizzati dal personale specializzato per trovare altre tracce utili. L'ipotesi di reato contestata è quella di incendio doloso boschivo e il fascicolo è contro ignoti. Il fuoco alimentato dal vento ha distrutto diversi eucaliptus lungo via Isonzo e poi si è spostato sull'altro lato della strada e ha divorato alcuni pini e altri alberi.
I fatti
Maxi incendio, i due ordigni finiscono nei laboratori del Ris
Latina - I risvolti dell’inchiesta sul rogo che ha distrutto oltre trenta ettari di verde. Caccia ai responsabili: il reato contestato è quello di incendio doloso boschivo