«Aiutatemi a riportare Gianluca a casa». L'appello arriva da Lucia Pellecchia, la mamma di Jean Luc Krautsieder, il ragazzo "pontino" che la notte del primo giugno 2019 ha smesso di condurre una vita normale mentre percorreva una via di Langon, frazione di Bordeaux: era appena uscito da casa della nonna e stava tornando nella propria abitazione, circa 500 metri di distanza. Durante il tragitto è stato aggredito da tre banditi (due maggiorenni - attualmente agli obblighi di firma in attesa di processo - e un minore che il carcere non se l'è mai fatto): i malviventi (gens du voyage, così sono chiamate in Francia le persone appartenenti a questa precisa etnia) lo hanno derubato di tutto, picchiandolo fino a mandarlo in coma. Assistito all'ospedale Le Pellegren di Bordeaux (tale erano le ferite sul suo volto che è stato necessario un esame genetico per il riconoscimento) è uscito dal coma a distanza di due mesi. Da lì è stato trasferito a Chateau Raze a Cenac, sempre a Bordeaux, in un centro di riabilitazione dove si trova tutt'ora. «Gianluca dovrebbe essere già fuori da lì visto che ha terminato il lungo periodo della riabilitazione - ha sottolineato mamma Lucia - Ma, per adesso, non ci sono posti disponibili nella residenza per disabili dove è stato destinato. Il punto più importante, però, è un altro: è necessario che torni a Latina, qui da me, in modo che io mi possa prendere cura di lui. Affinché questo avvenga è necessario che qualcuno mi aiuti».
Jean Luc è un tetraplegico con minima coscienza, sarà costretto a trascorrere il resto della propria vita tra un letto e la poltrona a rotelle. «Non può alimentarsi da solo, mangia soltanto roba frullata, beve acqua gelatificata, porta il pannolone e non riesce nemmeno a pronunciare il proprio nome - ha aggiunto Lucia Pellecchia - Non voglio che finisca in una casa per disabili, finché ne avrò la forza voglio prendermi io cura di lui».
Gianluca Jean Luc Krautsieder è nato a Nizza il 23 giugno del 1986 (il papà è francese), ma ha vissuto a Latina con la mamma dal 1988 fino al 2016: si è diplomato al liceo scientifico Grassi, e laureato in Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma. Ha lavorato per una testata giornalistica di Pomezia diventando giornalista pubblicista, e si è dedicato al volontariato con la Valentina Onlus adoperandosi per l'assistenza all'ospedale Santa Maria Goretti. Suonava la chitarra e aveva numerosi altri hobby. Poi nel 2016 la decisione di lasciare Latina per trasferirsi in Francia (dove vive il papà e la nonna paterna) in cerca di lavoro. A Langon ha trovato impiego come dipendente di una ditta che si occupava della cura di spazi pubblici. Poi la notte del primo giugno del 2019, mentre tornava a casa dopo aver cenato dalla nonna, tutto è cambiato e nulla più è come prima. «E' imprigionato in un corpo e purtroppo così resterà - ha detto mamma Lucia - Ho fatto avviare le pratiche per poterlo riavere qui, ma serve uno sforzo economico che da sola non posso sostenere, ho bisogno di un aiuto anche da parte delle istituzioni perché adesso la burocrazia non deve essere un ostacolo».
E si sa, qui da noi, la burocrazia è una brutta bestia.