Promettevano posti di lavoro al Ministero della Difesa, alle Poste, al Ministero dell'Interno e nei Corpi della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, in cambio di denaro. Per questo motivo nove persone sono imputate, a vario titolo, in un processo in corso davanti al giudice monocratico del Tribunale di Cassino Tania Tavolieri.

Nell'ultima udienza che si è svolta qualche giorno fa, ha deposto un sottufficiale della Compagnia dei Carabinieri di Formia, che ha raccolto le denunce delle vittime ed ha svolto le indagini di una vicenda che risale al 2017-2018 e che vede imputati un cinquantunenne di Minturno, ma residente nel casertano, provincia di cui sono originarie anche altre tre persone (tra cui due donne), mentre i restanti sono tutti di Minturno e Formia. Ben nove le persone che si sono costituite parte civile, a cui va aggiunta anche Poste Italiane.


Il cinquantunenne minturnese era colui che muoveva i fili e, in concorso con altri, si vantava di avere relazioni con pubblici ufficiali e in particolare con forze politiche e militari.
Per convincere le vittime venivano inviate raccomandate con carta intestata del Ministero della Difesa, delle Poste e della Guardia di Finanza, o addirittura in un appuntamento il cinquantunenne ed un altro indagato, che fungeva da autista, si sono presentati con un'auto sulla quale era posto un lampeggiante blu, simile a quello utilizzato dalle Forze dell'Ordine.
Diversi gli escamotage adottati per far cadere la vittima di turno nella rete, come una lettera, ovviamente falsa, di assunzione alle Poste, poi procrastinata con scuse di vario tipo.
In un altro caso lo stesso protagonista principale, nell'assicurare l'assunzione nella Guardia di Finanza, insieme all'"autista" si faceva consegnare quarantamila euro da un cittadino di Formia, il quale per poter pagare accese anche un finanziamento di ventimila euro presso le Poste.

Per questa ultima vicenda i due ora imputati accompagnarono il figlio della vittima a L'Aquila, dove si teneva il concorso delle Fiamme Gialle, rassicurandolo che si trattava di una pura formalità, in quanto sarebbe stato assunto comunque.
Altri imputati avrebbero poi compiuto atti tesi ad evitare la presentazione di querele da parte delle vittime, che una volta accortesi di aver avuto a che fare con dei millantatori, si sono comunque rivolte all'autorità giudiziaria, che ora sta procedendo.
Già sono state ascoltate le vittime dei raggiri, ma sono previste altre udienze in un processo che vede il collegio difensivo composto tra gli altri dagli avvocati Angelo Nanni, Pasquale Cardillo Cupo, Roberto Palermo, Mauro Improta, Fulvio Fiorillo, Gianluca Di Matteo.