Aveva pensato a tutto: anche a riprodurre la carta intestata del noto studio legale per indurre nel tranello il direttore di un albergo del litorale pontino dove la parte offesa in passato, ha trascorso alcuni giorni di relax. Voleva un rimborso spese di meno di 500 euro.
Aveva telefonato alla reception prima e in un secondo momento aveva parlato con il responsabile della struttura spacciandosi per l'ex Ministro Giulia Bongiorno, chiedendo un rimborso spese per 424 euro. E' una storia che è finita prima in Procura e sembrava essersi arenata con la richiesta di archiviazione ma che poi si è rianimata con una successiva opposizione all'archiviazione e si è conclusa con un patteggiamento davanti al giudice Giuseppe Cario. Sul banco degli imputati S.V., per lei: un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa e infine non menzione. La donna aveva chiesto il rimborso di un presunto disservizio e i fatti sono avvenuti tra il 18 e il 20 settembre del 2020. Aveva inviato tramite posta elettronica la richiesta alla struttura ricettiva, riproducendo la carta intestata della nota penalista all'epoca dei fatti componente della Commissione Giustizia. Con artifizi e raggiri aveva cercato di ottenere il rimborso per una caparra ma non riusciva nell'intento. Oltre che sostituzione di persona la donna doveva rispondere di truffa. Le indagini erano state condotte dalla Polizia Postale di Latina.
Il fatto
Si spaccia per Giulia Bongiorno e tenta di truffare un hotel
Latina - Una donna patteggia la pena di un anno e sei mesi di reclusione, aveva pensato a tutto per la sua truffa