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Il fatto

Condanna al promoter dandy

Accusato di appropriazione indebita, tra le vittime la figlia di un giudice pontino. Il raggiro aveva fruttato 200mila euro

Condanna al promoter dandy

Era accusato di una appropriazione indebita di 200mila euro e tra le vittime del presunto raggiro è finita anche la figlia di un magistrato di Latina, conosciuta in città. Si è concluso nei giorni scorsi con una condanna a dieci mesi e venti giorni, rispetto alla pena richiesta di un anno e sei mesi formulata dal pubblico ministero, il processo nei confronti di M.C. queste le sue iniziali, 68 anni di Latina, difeso dagli avvocati Vasaturo e Iazzetta, che millantava prestigiose amicizie anche negli ambienti dell'alta finanza e si sarebbe appropriato di 200mila euro dalla donna che si fidava ciecamente di lui.
Il giudice ha riconosciuto i danni morali subiti dalle parti offese rappresentate dagli avvocati Vittori e Fiore. I fatti sono avvenuti nel 2016. Davanti al giudice onorario Rosamunda Zampi, è stata messa la parola fine alla vicenda avvenuta a Latina e su cui la Procura aveva aperto un'inchiesta delegando la Guardia di Finanza di eseguire tutti gli accertamenti. Come aveva sostenuto anche il pubblico ministero Marco Giancristofaro, titolare del fascicolo, nel capo di imputazione, l'imputato ha provocato un danno patrimoniale di rilevante gravità.

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