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Inchiesta Purosangue, la norma Cartabia irrompe nel processo

La richiesta del legale di Ferdinando Ciarelli accusato di danneggiamento e violenza privata. Altri imputati in abbreviato

Inchiesta Purosangue, la norma Cartabia irrompe nel processo

La Legge Cartabia entrata in vigore da pochi giorni irrompe nel processo Purosangue che si sta svolgendo in Tribunale a Latina dove viene contestata l'aggravante mafiosa.. Ieri era fissata la prima udienza. L'avvocato Nardecchia che assiste Ferdinando Ciarelli classe 1998, ha chiesto il non luogo a procedere per il proprio assistito in merito ai reati contestati: violenza privata e danneggiamento perchè ci deve essere la querela della parte offesa. Se non vi è denuncia non ci può essere il processo ha sostenuto il legale per un episodio avvenuto in uno stabilimento a Terracina quando l'imputato al titolare aveva detto. «Tu non sai chi sono io, mi devi chiedere scusa, la tua famiglia piangerà un morto, ti sparo con il fucile» e lo costringeva a tollerare la sua presenza nello stabilimento. E inoltre avrebbe anche preso a calci una fioriera. Sarà la Polizia a verificare se le parti offese intendano presentare una denuncia. Davanti al Collegio Penale - presieduto dal giudice Gian Luca Soana - si è aperto il processo dove viene contestata agli appartenenti al clan Ciarelli, l'associazione per delinquere e in alcuni casi viene ipotizzata anche l'estorsione e l'usura.. Non ci sono parti civili nel processo. Le indagini della Squadra Mobile e che poggiano le basi anche sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Renato Pugliese, Agostino Riccardo, Andrea Pradissitto e Maurizio Zuppardo, hanno permesso di accertare una serie di estorsioni commesse a Latina. Sono dieci in tutto gli episodi contestati.

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