La morte di un uomo di 33 anni è finita al centro di un'inchiesta, avviata dai magistrati per valutare il trattamento sanitario che ha ricevuto prima che le sue condizioni si aggravassero in maniera irreparabile. Adelmo Iosca di Sermoneta Scalo ha perso la vita in un letto di un ospedale romano, dov'era arrivato ormai in condizioni disperate: poche ore prima che fosse necessario il suo trasferimento d'urgenza nella capitale per un'emorragia cerebrale che non gli ha lasciato scampo, era stato dimesso dall'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove si era presentato con un forte mal di testa e altri sintomi che forse non erano stati esaminati con lo scrupolo necessario dal medico di turno.
Il primo accesso di Adelmo Iosca al pronto soccorso del Goretti di Latina risale alla prima serata di martedì, intorno alle ore 19, quando lamentava una forte cefalea, nausea e pressione alta. L'uomo era vigile e il medico lo aveva sottoposto a una terapia che aveva fatto tornare la pressione arteriosa a livelli accettabili e il mal di testa si era attenuato, quindi aveva disposto le dimissioni qualche ora dopo il suo arrivo, intorno all'una, senza procedere con un accertamento approfondito per verificare la natura di quel mal di testa pronunciato che lo aveva spinto a presentarsi in ospedale: poteva essere una conseguenza dell'ipertensione e il medico ha compiuto le valutazioni del caso sulle condizioni neurologiche dell'uomo.