Il caso
21.03.2023 - 13:30
Ha abbracciato in lacrime i carabinieri che le hanno riportato i gioielli e i soldi che poco prima aveva affidato a due giovani che si erano presentato a nome del nipote. Non si era resa conto la donna, 80anni compiuti, che poco prima era rimasta vittima di uno dei più classici metodi di raggiro.
La donna, residente in via Pergolesi, aveva ricevuto una telefonata concitata. Era una voce che si presentava come il nipote, forse il nome di un suo nipote la donna lo ha riferito lei nella concitazione e così ha fornito uno dei primi spunti per i banditi per infierire. La voce al telefono le chiedeva aiuto. Da nonna, per il nipote naturalmente avrebbe fatto di tutto. E così quando la voce le ha detto che aveva bisogno di aiuto, che era finito nei guai e che rischiava di finire in carcere per un lungo periodo la povera 80enne ha semplicemente chiesto cosa avrebbe potuto fare. La risposta è stata molto semplice: servivano dei soldi per l'avvocato e per sbrigare alcune pratiche. I soldi però, visto che lui, il nipote, era in stato di fermo, sarebbero passati a prenderli alcuni suoi amici. E così poco dopo la donna si è trovata di fronte un giovane che non conosceva. Lui, un ragazzo poco più che ventenne, originario della Campania, le ha ribadito la necessità di raccogliere una cifra importante, tre, quattro mila euro se non di più. La donna non aveva certo quella somma in casa e così ha addirittura consegnato la carta bancomat al giovane che è riuscito a prelevare diverse centinaia di euro che, sommate a i soldi che aveva in casa, ammontavano a circa 1.500 euro. Una cifra troppo piccola per salvare il nipote. E così la povera anziana è stata indotta a raccogliere di fatto tutti i propri gioielli, dalle catenine alla fede del marito venuto a mancare, e a consegnare tutto agli "amici" del nipote.
E così i due balordi - un altro giovane attendeva il complice in auto - si sono allontanati. Ma la Smart su cui viaggiavano è stata incrociata da una pattuglia dei Carabinieri di via Tiberio. I militari diretti dal tenente colonnello Paolo Guida, hanno notato i due occupanti, volti mai visti e sconosciuti e hanno deciso di effettuare un controllo dei documenti. Hanno quindi invertito la marcia, ma nel frattempo uno dei due ragazzi era sceso e si era allontanato. Al momento di fermare la Smart quindi, a bordo c'era un solo ragazzo. A quel punto fiutando che qualcosa non andava, i carabinieri hanno fatto scattare il protocollo di ricerca. Sono stati inviati militari alle stazioni e a effettuare passaggi presso le fermate dei mezzi pubblici e, proprio alla stazione, è stato notato un ragazzo che somigliava alla descrizione fatta dai colleghi che, nel frattempo avevano identificato il conducente della Smart - presa a noleggio - e soprattutto avevano trovato la sacca con i gioielli. Fermato anche il complice che, al termine della perquisizione, è stato trovato in possesso dei soldi contanti.
Un brillante quanto efficace intervento che ha permesso di riportare i gioielli all'anziana che li ha riconosciuti e ha voluto ringraziare di cuore gli operanti. I due campani sono stati portati in Caserma e messi a disposizione dell'autorità giudiziaria.
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