Il fatto
31.03.2023 - 12:30
L'inchiesta è chiusa. Lo scandalo dei fondi della coop Karibù è ai titoli di coda. La Procura ha notificato l'avviso di conclusione indagini nei confronti delle persone finite sotto inchiesta per il reato di evasione fiscale. Una volta che il Tribunale del Riesame ha lasciato inalterato il quadro indiziario depositando le motivazioni della decisione, i pubblici ministeri Andrea D'Angeli e Giuseppe Miliano, titolari dell'inchiesta, hanno tirato le somme. Dopo che le difese presenteranno eventuali memorie o chiederanno un interrogatorio, la Procura valuterà ogni posizione e il prossimo step sarà quello della richiesta di rinvio a giudizio oppure di una archiviazione a seconda delle posizioni.
Lo scorso dicembre il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese aveva emesso i provvedimenti. Sono state diverse le tappe dell'inchiesta. Il giudice aveva rigettato la richiesta presentata da Liliane Murekatete in merito alla revoca della misura perchè: «consapevole e attiva nella partecipazione del meccanismo fraudolento». Nelle motivazioni con cui il Riesame aveva bollato la condotta degli indagati era stata ribadita l'opaca gestione dei fondi.
«Il sistema è connotato da rilevanti opacità nella gestione degli ingenti fondi assegnati alla cooperativa sociale e agli altri enti coinvolti, fondi, in parte non rendicontati e in parte utilizzati per scopi apparentemente estranei allo scopo sociale (tra cui acquisto di beni di lusso nel negozio Ferragamo a Roma), in parte destinati ad utilizzi anche all'estero e allo stato non chiariti». Era stato questo uno dei passaggi chiave e più indicativi in merito alle condotte degli indagati.
Inoltre i magistrati avevano messo in rilievo che i fondi assegnati alla cooperativa sociale e agli altri enti coinvolti in parte non rendicontati in parte destinati all'utilizzo anche all'estero, allo stato non chiariti, sono all'origine di alcune segnalazioni di operazioni sospette della Banca d'Italia.
«L'oggettiva inesistenza delle prestazioni fatturate da Jambo tra cui anche corsi di italiano, laboratori di cucina, laboratorio di cucito, mediazione culturale per un totale di 55700 euro, si trae dal fatto che come accertato dalla Guardia di Finanza tramite l'accesso alla banca dati dell'Inps, la Jambo nel 2019 non aveva alcun dipendente e che come riferito da alcuni testimoni non esisteva più, tanto da non aver presentato alcun modello 770 per l'anno 2019». Secondo quanto sostenuto dalla Procura, sono state evase le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019 elementi passivi fittizi e costi inesistenti.
Poco più di un mese fa il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha adottato il decreto di liquidazione coatta per la società cooperativa. Adesso la Procura ha chiuso le indagini preliminari. Gli indagati avevano ruoli di vertice sia all'interno di Karibù che nel consorzio Aid e nell'associazione di promozione sociale «Jambo Africa». L'inchiesta è finita.
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