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Omicidio Moro, il pentito: fu Grenga a sparare alla vittima

Lunga udienza in Corte d'Assise. Il pentito: bisognava agire e dare una risposta all'agguato al Pantanaccio a Carmine Ciarelli

Omicidio Moro, il pentito: fu Grenga a sparare alla vittima

«Fu Grenga a sparare», racconta Andrea Pradissitto, collaboratore di giustizia che ieri in Corte d'Assise ha ricostruito il periodo storico, gli equilibri e le alleanze di quando è scoppiata la Guerra criminale del 2010. Ha raccontato cosa è accaduto la sera del 25 gennaio, dalla mattina alla sera, da quando ci fu l'agguato in via del Pantanaccio a Carmine Ciarelli fino all'esecuzione in Largo Cesti di Massimiliano Moro.
Per la prima volta nel corso di un processo della Dda ha parlato Andrea Pradissitto.

Era collegato da un sito protetto, proprio nei giorni scorsi è stato condannato per l' omicidio Moro alla pena di nove anni dal gup del Tribunale di Roma Carlo Carini e per la sua collaborazione con lo Stato sono state concesse le attenuanti. Ha beneficiato degli sconti relativi alla scelta del rito abbreviato e alla fine è stato dichiarato colpevole per il reato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. Pradissitto ha riscritto tutto quello che è avvenuto la sera dei fatti. «Simone Grenga andò a Pantanaccio a prendere la pistola, penso una 9X21, io sono andato con una Bmw Serie 1 a passo d'uomo, gli altri erano con una Audi e uno scooterone dove c'erano Simone Grenga e Macù. Ricordo che entrarono nel portone e poi li ho visti uscire, Simone - spiega Pradissitto quando ripercorre quei momenti con un racconto dettagliato - si avvicinò a me al finestrino e disse "Tutto a posto", a quel punto andammo via». L'agguato è avvenuto poco prima delle 22.

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