"In fuga per una vita migliore". Non si stratta del titolo di un film, ma della situazione che si vive al Pronto Soccorso dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove dall'inizio dell'anno sono sette i medici che hanno dato le dimissioni "per passare ad occuparsi di altro": due di loro sono andati già via, gli altri cinque lo faranno durante i mesi estivi, non oltre il 31 agosto.

Il presidio di prima assistenza del nosocomio del capoluogo viene abbandonato dai professionisti, e stiamo parlando di medici con esperienza decennale. Motivo? Più di uno sicuramente.

Le ragioni sono diverse e derivano anche dallo stress patito durante i due anni di pandemia, ma partono soprattutto da condizioni di lavoro non più sostenibili, con turni massacranti causati dalla carenza di organico, una scarsa retribuzione rispetto ai colleghi e una minor possibilità di far carriera.
Ad aumentare il problema è anche l'organizzazione del Pronto Soccorso e la presa in carico del paziente, che "dovrebbe partire dal territorio, ma non c'è un'integrazione reale tra le diverse strutture". Il Pronto Soccorso spesso è intasato da ricoveri impropri per la mancanza del giusto filtro sia in entrata sia in uscita. Ma è anche vero che i pazienti si fermano più a lungo nei Pronto Soccorso, sia perché spesso si tratta di anziani con patologie complesse sia per la difficoltà di trovare posti letto nei reparti.

Conseguenza della mancanza di filtro, anche la questione aggressioni: nel Pronto Soccorso di Latina nell'ultimo periodo se ne sono verificate parecchie, coi i "camici" vittime di insulti e attacchi fisici. I numeri dicono che il 65% delle aggressioni agli operatori sanitari avviene nei presidi di prima assistenza. Il problema naturalmente non è solo pontino, ma riguarda tutto il Paese.

Chi lascia il Pronto Soccorso nella maggior parte dei casi si trasferisce negli studi della medicina territoriale, per passare alla medicina di base: molto più comodo, sia dal punto di vista dell'impegno sia da quello remunerativo, fare il dottore di famiglia.
Adesso, poi, si sta diffondendo anche l'impiego come "medico a gettone", un fenomeno che sta prendendo sempre più piede. Si tratta di professionisti che non esercitano un servizio continuativo ma vengono semplicemente chiamati all'occorrenza: meno impegno e un ottimo guadagno
La fuga dei medici rappresenta un problema reale all'ospedale Santa Maria Goretti e per sopperire alle defezioni (in attesa di nuove assunzioni tramite manifestazione d'interesse) la direzione Asl ha deciso di affidarsi ai medici dei vari reparti, chiamati a fornire turni straordinari al Pronto Soccorso, specialmente di notte.