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Il caso

Omicidio Moretto, ora la perizia

Incidente probatorio dal gip Molfese richiesto dal pm. Accertamenti scientifici. Affidato l'incarico, tra 60 giorni i risultati

Omicidio Moretto, ora la perizia

Incidente probatorio ieri in Tribunale davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese e al pubblico ministero Martina Taglione, titolare dell'inchiesta, per l'omicidio di Fabrizio Moretto, 50 anni, detto «Pipistrello», ucciso pochi giorni prima di Natale quasi tre anni fa a Bella Farnia, tra Latina e Sabaudia.
L'omicidio - in base alle indagini dei carabinieri - era maturato in una vendetta nei confronti del 50enne di Sabaudia, ritenuto il principale sospettato della morte di Erik D'Arienzo. In carcere con l'accusa di aver ucciso Moretto, c'è Ermanno D'Arienzo, il padre di Erik, arrestato in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta della Procura; altre due persone sono indagate a piede libero e il reato ipotizzato è quello di favoreggiamento.


Fabrizio Moretto era stato ucciso a pochi metri da casa in via della Tartaruga, mentre stava rincasando alla guida di uno scooter. Ieri in aula è stato affidato l'incarico ad un ex appartenente alla Polizia di Stato, Marco Allievi che ha 60 giorni di tempo per consegnare i risultati e dovrà eseguire una serie di accertamenti di natura scientifica in laboratorio.
Nel corso dell'inchiesta il Tribunale di Roma lo scorso maggio, aveva ritenuto corretta la valutazione con cui il gip del Tribunale di Latina aveva respinto l'istanza di revoca della misura restrittiva più grave per l'indagato, lasciando inalterate le esigenze cautelari.


L'omicidio era avvenuto la sera del 21 dicembre del 2020 e in questa fase delle indagini gli accertamenti gravitano attorno all'analisi delle tracce trovate sulle mani di D'Arienzo la sera in cui è avvenuta l'esecuzione. Lo scontro tra accusa e difesa è su questi elementi e sull'esame stub al quale era stato sottoposto.

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