20.08.2023 - 11:15
Uno dei superattici abusivi del condominio di lusso del civico 60 di via del Lido, finiti nel 2019 al centro di un'inchiesta della Procura di Latina per gravi irregolarità edilizie, sarà venduto all'asta nell'ambito di un'esecuzione immobiliare, una procedura che ha fatto emergere una manovra spregiudicata, un evidente tentativo di scoraggiare i potenziali acquirenti. L'appartamento, con garage, che si sviluppa su due livelli, più terrazzo con piscina e ulteriore piano di copertura, viene proposto con un prezzo di partenza di 325.285 euro, ricavato dal valore stimato, sottraendo i circa centomila euro necessari per regolarizzare gli abusi edilizi. Detto ciò, è poco credibile pensare che il vecchio proprietario abbia affittato la casa alla modica cifra di 280 euro al mese fino al 2044 registrando il contratto di locazione nel gennaio del 2020, pochi mesi prima del pignoramento e della notifica dell'ordinanza comunale di ripristino dei luoghi.
Tant'è vero che la stipula dell'affitto è opponibile, ma non c'è dubbio che si tratti di un elemento di disturbo piazzato per condizionare chi fosse intenzionato all'acquisto. Ma non c'è da stupirsi perché l'immobile apparteneva a Roberto Noce, affarista di 53 anni, che l'appartamento l'aveva acquistato quando era uno degli uomini di fiducia del commercialista ed ex deputato Pasquale Maietta, del quale era definito «gregario a disposizione dell'organizzazione per assumere incarichi formali di gestione all'interno delle società coinvolte nei reati tributari e di bancarotta» dagli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta "Arpalo" che aveva focalizzato l'attenzione anche sugli investimento compiuti in quell'edificio. Riciclando i soldi neri depositati in un conto cifrato svizzero, attraverso società fiduciarie elvetiche e italiane, proprio nel condominio di lusso di via del Lido, Maietta e soci avevano acquistato tre mega appartamenti che poi erano stati sequestrati nell'ambito del procedimento penale ancora in fase dibattimentale, a un passo dalla prescrizione per alcune delle contestazioni.
Parallelamente all'inchiesta sul riciclaggio, la Procura aveva delegato alla Polizia Locale una serie di accertamenti di natura edilizia, perché sull'edificio di lusso aleggiava il sospetto della speculazione edilizia: dubbi confermati poi dai tecnici comunali, che hanno stimato un raddoppio della volumetria iniziale per l'intero stabile. I superattici, tra i quali quello di Noce e uno dei tre sequestrati al sodalizio criminale, sono risultati viziati da evidenti abusi edilizi che il Comune nel frattempo ha chiesto di demolire: al piano secondo c'è la zona notte ampliata con l'aggiunta di una camera al posto del grande terrazzo, mentre al terzo piano, realizzato illegalmente con un'altezza maggiore rispetto al progetto per essere abitabile, il magazzino è stato trasformato in zona giorno e ampliato, poi sul terrazzo superiore la piscina non rispetta il progetto e il tetto sovrastante non praticabile è stato trasformato in lastrico solare. Una situazione del tutto simile agli altri superattici, realizzati, come il resto dell'edificio, per una speculazione edilizia senza precedenti nel capoluogo pontino.
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