31.10.2023 - 09:56
Tra gli impedimenti che ostacolano la vendita dell'ex monastero di Santa Chiara a Latina, c'è una clamorosa svista del Comune che probabilmente risale agli anni Novanta, quando fu ratificata la donazione all'ente ecclesiastico per la realizzazione della struttura religiosa, ma vennero lasciate strade e marciapiedi nella proprietà delle Clarisse: proprio così, le opere di urbanizzazione circostanti appartengono all'istituto ecclesiastico proprietario del convento. L'intera pratica è finita già al vaglio dell'ufficio tecnico comunale per risolvere una situazione che appare ancora più ingarbugliata di quanto trapelato sinora.
La vicenda è emersa tra le pieghe di un fatto che ha destato l'attenzione dell'opinione pubblica, vale a dire la demolizione dell'ex chiesetta di via degli Ernici che sorgeva appunto nella proprietà del monastero, ma era completamente abusiva. Lo era da sempre, tollerata per assicurare la presenza di un luogo di aggregazione con funzione sociale nel quartiere, ma è stata abbattuta nelle scorse settimane perché rappresentava uno degli ostacoli nella trattativa per la vendita del complesso religioso. Già da qualche anno infatti le monache dell'ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara avevano lasciato il convento di Latina e nel frattempo un imprenditore si è fatto promotore della ricerca di un acquirente. Si tratta del titolare di un'azienda che ha sede fuori regione e ha strappato un preliminare di acquisto nell'ambito di rapporti di lavori con l'ente ecclesiastico. Sulla base di quel compromesso, ha poi dato mandato a un'agenzia immobiliare di Latina alla ricerca di un investitore.
Nell'ultimo anno sarebbero state intavolate almeno un paio di trattative, ma la prima è sfumata proprio perché nel corso dell'esame della pratica, sono emersi una serie di impedimenti che richiedono un complesso iter burocratico. O comunque non possono essere risolti nel breve termine, quindi finirebbero per congelare l'investimento. Ostacoli legati a due diversi atti d'obbligo che non possono essere rimossi se non attraverso un atto del Comune. Uno in particolare vincola l'immobile all'intera superficie, impresso molto probabilmente per preservare la natura della donazione fatta dall'ente municipale alla Chiesa. L'altro invece sarebbe legato proprio alle opere di urbanizzazione, anche se la circostanza che siano rimaste nella proprietà dell'organizzazione ecclesiastica rappresentano soprattutto un rischio per quest'ultima: sia via degli Ernici, che parte di via degli Aurunci e il marciapiede circostante al monastero, compreso il sagrato della chiesetta demolita di recente, sono intestate alla congregazione delle Clarisse.
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