Il punto
06.11.2023 - 17:43
Il Tar annulla l'autorizzazione con cui la Regione Lazio ha concesso l'ampliamento della produzione della Fassa Bortolo di Artena mediante la realizzazione di due nuovi forni. E' stato infatti accolto il ricorso presentato dal Comune di Cori, rappresentato dall'avvocato Tommaso Conti contro gli atti autorizzativi - ricorso a cui si sono associati anche il Comitato residenti di Colleferro, Comitato Cittadini di Giulianello, Comitato Carventum.
Cittadini di Rocca Massima, Comitato Cittadini di Lariano, ed il Comune di Valmontone (contro Regione, Citta metropolitana di Roma Capitale, Comune di Artena, Comune di Colleferro, Asl, Arpa) - che erano stati peraltro anche sospesi da un decreto monocratico urgente del presidente della stessa Quinta Sezione del Tar romano. La questione, di fatto, si è incentrata sulle disposizioni dell'Arpa che aveva bocciato il modello usato per calcolare la dispersione delle emissioni nell'aria invitando ad usarne uno diverso e a cui non risultano essere seguiti adattamenti in tal senso. "L'amministrazione regionale - scrive il Tar motivando la sentenza di accoglimento - si è limitata a prendere atto (peraltro neanche riportando alcun passaggio) che rispetto alle criticità di analisi sollevate dall'ARPA 'la Società proponente ha prodotto integrazioni acquisite con protocollo ecc." quando avrebbe invece, di fronte ad un discostamento dai paletti fissati dall'Arpa, dovuto ricevere, per poter procedere con l'autorizzazione, una motivazione puntuale e rafforzata. Motivazione che agli atti non c'è. Pertanto l'Aia è stata annullata.
"Siamo soddisfatti - ha dichiarato il sindaco di Cori Mauro De Lillis - perché abbiamo impugnato gli atti per tutelare la nostra comunità e l'ambiente, in particolare il Monumento del Lago di Giulianello".
Soddisfazione è stata espressa anche dai legali del comune di Cori, Francesco Salvi e Maria Antonietta Di Noia dello Studio esperto in diritto ambientale B-HSE: "Il Tar fa giustizia di un procedimento decisamente sui generis, che ignorava le osservazioni e le prescrizioni dell'Arpa e legittimava una serie di ulteriori inaccettabili criticità. Abbiamo assistito a un iter innaturalmente velocizzato e senza le dovute attenzioni ambientali e sanitarie, che non ha tenuto in debito conto i pareri tecnici e le considerazioni espresse, non tutte necessariamente ostili all'attività industriale ma comunque tali da richiedere una maggiore ponderazione e non, certamente, forzature sconsiderevoli per portare avanti un progetto allo stato incompatibile con il territorio".
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