Il caso
07.11.2023 - 09:30
Resta in carcere con un'ordinanza di custodia cautelare il 22enne magrebino accusato di violenza sessuale ai danni di una giovane di Priverno. La vera notizia, lì dove la convalida era pressoché scontata, è che la vittima della violenza ha deciso di esternare il proprio stato d'animo e le proprie ragioni sui social. Sul suo profilo facebook ha scritto: «Era un conoscente. Avevo fretta di tornare da mia figlia. Ho accettato il passaggio (e ho sbagliato). Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò? Le sue urla, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa. Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore. Quando non mi ha più cercata e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo shock, pur di trovare un'uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando nel buio pesto. Sapete perché? Per tornare da mia figlia! La mia unica ragione di vita. E per sei interminabili ore bloccata lì, non ho mai dubitato che sarebbe andato tutto bene. Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. Non sono io che mi devo vergognare! Ma quell'essere che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male, ma non conosceva la forza di una mamma».
In Tribunale, il Giudice per le Indagini Preliminari Mario La Rosa ha emesso, come detto, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Lo stesso Pubblico Ministero Daria Monsurrò, aveva richiesto il carcere. Il 22enne magrebino, difeso dall'avvocato Guerrino Maestri, ha negato le accuse gravissime mosse nei suoi confronti raccontando una sua versione dei fatti per cui non ci sarebbe stata alcuna violenza ed anzi i rapporti sarebbero stati consenzienti.
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