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In Appello cade il metodo mafioso per il clan Travali, sconti a Viola e Ciaravino

Si chiude il processo "Reset" di secondo grado per gli imputati che avevano scelto l'abbreviato: 14 anni e 4 mesi al cognato dei Travali, 7 anni e otto mesi al pusher

In Appello cade il metodo mafioso per il clan Travali, sconti a Viola e Ciaravino

Decisione inattesa in Corte d'Appello per il processo di secondo grado a carico degli imputati dell'operazione "Reset" che avevano scelto il rito abbreviato, ossia Francesco Viola, difeso dagli avvocati Giancarlo Vitelli, Italo Montini e Pasquale Cardillo Cupo, e Giovanni Ciaravino, assistito dall'avvocato Francesco Vasaturo.

I giudici hanno infatti escluso l'aggravante del metodo mafioso per due personaggi chiave del clan gestito dai fratelli Angelo e Salvatore Travali, sotto la guida morale di Costantino "Cha Cha" Di Silvio, tenendo conto che Viola è cognato dei primi due, quindi è sempre stato considerato un loro comprimario. Le pene restano alte, ma entrambi gli imputati hanno ottenuto uno sconto sensibile rispetto alla condanna di primo grado.

Nello specifico, per Francesco Viola, accusato di una serie di estorsioni, i giudici dell'Appello hanno rideterminato la pena in quattordici anni e quattro mesi di reclusione rispetto ai sedici del primo grado. Per Ciaravino, invece, considerato uno dei pusher di riferimento del gruppo criminale, la pena è passata da dieci anni e mezzo a sette anni e otto mesi decisi in secondo grado. 

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