Il caso
16.01.2024 - 11:01
A pagare colpe non loro, nella vicenda del centro commerciale sequestrato in via del Lido, sono i circa 120 dipendenti assunti per lavorare nelle tre medie strutture di vendita che ora rischiano il posto, o comunque restano inoccupati senza certezze sul futuro. L'andamento di un'inchiesta giudiziaria di certo non può essere condizionato dalla presenza o meno di posti di lavoro e in questo caso, gli impiegati, pagano a caro prezzo le mosse spericolate di chi ha cercato di raggiungere l'obiettivo aggirando le norme. Vale a dire l'imprenditore, che attraverso il proprio progettista, ha realizzato l'immobile commerciale compiendo manovre che la Procura, e il Tribunale, ritengono essere irregolari.
Ma soprattutto non va dimenticato che prima ancora che intervenisse il sequestro preventivo, le tre medie strutture di vendita non hanno mai aperto i battenti perché il costruttore non aveva ancora chiesto e ottenuto il permesso definitivo per i passi carrabili, tenendo conto che quelli su via Ferrazza, la complanare della Pontina, sono di competenza dell'Anas. Quest'ultima, interpellata solo di recente, ha già espresso parere negativo per alcuni degli accessi, che non rispettano le norme sulla viabilità, come osservato anche dai magistrati. Insomma, realizzare tre negozi e lasciare che vengano assunte 120 persone, per poi farsi trovare con i passi carrabili irregolari dopo avere ottenuto un trattamento di riguardo in Comune sulle manovre urbanistiche più improbabili, è un comportamento a dir poco spericolato.
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