21.01.2024 - 08:30
E' stata confermata l'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Latina a carico della società Smn Costruzioni Generali srl di Latina per «elementi sintomatici di infiltrazione mafiosa connessi ai collegamenti di Emanuela Sereni, titolare dell'impresa, e del coniuge convivente Massimiliano Mantovano con noti personaggi criminali pontini, quali Gianluca Tuma, legato al clan Di Silvio, già dipendente di Mgm Costruction and Engineering spa (Mgm spa), società riconducibile a Massimiliano Mantovano». Il Tribunale amministrativo di Latina, relatore Valerio Torano, ha così rigettato il ricorso della Smn ritenendo legittimo e motivato il provvedimento del Prefetto Maurizio Falco, ma è andato anche oltre.
Il secondo fronte
Gli atti sono stati infatti trasmessi alla Procura della Repubblica di Palermo per verificare eventuali responsabilità penali a carico dei vertici del Consorzio per le Autostrade siciliane, che aveva sostenuto formalmente di non aver mai chiesto informativa antimafia alla Prefettura di Latina, la quale invece ha prodotto nel fascicolo del Tar tale richiesta inerente la Smn. Affermazione che era alla base del ricorso dell'impresa pontina e che è stata smentita con memoria depositata il 24 ottobre 2023, nella quale viene riportato il quesito del Consorzio Autostrade inserito nella banca dati nazionale alle 12.48 del 17 gennaio 2018.
L'incipit
Questa storia inizia un po' di tempo fa e muove sulla scia delle indagini per la presenza di un potente clan autoctono, nonché sui rapporti tra Gianluca Tuma e Costantino Di Silvio detto Cha Cha. Secondo la ricorrente Smn l'interdittiva era illegittima, conteneva profili di eccesso di potere e mancava comunque il presupposto, ossia la richiesta di verifica di informativa antimafia da parte di una stazione appaltante, poiché Autostrade siciliane aveva smentito di aver fatto richiesta sulla posizione della Smn di Latina. Un incipit affatto semplice, in qualche modo preludio di una vicenda che, adesso, potrebbe portare ad un'altra indagine sul perché la stazione appaltante ha negato di aver chiesto informazioni sulla Smn, cosa prevista per legge quando ci sono in vista contratti con la pubblica amministrazione. L'istanza invece ci fu. E infatti il 21 aprile del 2022 la Prefettura di Latina ha informato la Smn srl che il Consorzio per le Autostrade Siciliane «per il tramite della banca dati nazionale aveva richiesto rilascio dell'informazione antimafia nei suoi confronti e che, dalle verifiche avviate, sembrerebbero emergere elementi sintomatici di infiltrazione mafiosa connessi ai collegamenti di Emanuela Sereni, titolare dell'impresa, e del coniuge convivente, Massimiliano Mantovano, con noti personaggi criminali pontini, quali Gianluca Tuma, legato al clan Di Silvio, già dipendente di MGM Construction, società riconducibile a Massimiliano Mantovano». Il successivo 29 aprile 2022 la Smn srl ha fornito una sua prima controdeduzione, affermando che non esisteva «alcun rapporto pregresso o in essere con il Consorzio per le Autostrade siciliane… oltre al fatto di non conoscere e non avere alcun rapporto con Gianluca Tuma». In quella stessa data il Consorzio siciliano riferisce alla Smn, secondo quanto poi riportato nel ricorso degli avvocati Francesco Saverio Marini e Valentina Carucci, di non aver mai chiesto informativa antimafia alla banca dati nazionale. Questo passaggio nel corso dell'istruttoria del Tar si rivelerà falso. Infatti effettivamente il consorzio autostrade chiese informazioni in «relazione alla procedura negoziata relativa alla stipula di un accordo quadro per lavori urgenti non programmabili per la manutenzione ordinaria degli impianti elettrici, di illuminazione e ventilazione delle autostrade A-20 Messina-Palermo, A-18 Messina-Catania e della tratta A-18 Cassibile-Rosolini».
La notifica
Il 19 ottobre del 2022 dunque la Prefettura di Latina notifica a Smn l'interdittiva poiché «sussiste il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata di stampo mafioso tendenti a condizionarne le scelte e gli indirizzi». Nel merito tutto ruota attorno a rapporti personali oltre che economici. In specie Emanuela Sereni «titolare di Smn srl è persona congiunta a Gianluca Tuma, personaggio di spicco della criminalità pontina legato al clan Di Silvio, già condannato alla pena della reclusione per trasferimento fraudolento di valori, nonché per violenza e minaccia a pubblico ufficiale e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ed alla misura della custodia cautelare per i reati di tentata estorsione e trasferimento fraudolento di valori commessi in violazione delle prescrizioni della misura preventiva. Specificamente tale contiguità è dedotta dal fatto che Emanuela Sereni in data 3 gennaio 2006 ha costituito insieme a Claudia Costanzo, ex moglie di Gianluca Tuma, Filcem srl, società ancora operante, e che Massimiliano Mantovano, marito convivente di Sereni, in data 8 aprile 2014 è stato tratto in arresto» in qualità di titolare della Mgm spa, procedimento nel quale fu coinvolto anche Costantino Di Silvio detto Cha Cha. Gianluca Tuma è stato dipendente della Mgm. Negli atti viene inoltre considerato che la stessa persona, Guido Russo, sia «al contempo amministratore unico di Smn srl e institore di Mgm spa».
Legami familiari
Viene poi presa in considerazione la posizione di Stefano Mantovano, fratello di Massimiliano, anch'egli tratto in arresto per tentata estorsione, «procedimento nel quale sono emerse ulteriori contiguità tra questi e Gianluca Tuma».
Due gli elementi fondanti delle motivazioni per le quali il Tar ha validato l'interdittiva della Prefettura: il falso relativo alla richiesta di informativa del Consorzio Autostrade e il verbale approvato all'unanimità dal Gruppo investigativo antimafia del 20 aprile 2022 cui parteciparono i vertici di carabinieri, finanza, polizia di Stato e Dia di Roma. Quel documento fu la base principale della decisione del Prefetto Maurizio Falco per l'affidabilità del contenuto avallato con parere unanime. Cosa c'è in quel documento lo riporta la sentenza del Tar di Latina pubblicata il 16 gennaio scorso.
La prova principale
Nel verbale si concorda «sull'opportunità di adottare un provvedimento interdittivo alla luce delle evidenti cointeressenze che intercorrono tra la Smn e la Mgm ricollegabili, di fatto, entrambe al signor Massimiliano Mantovano, a sua volta collegato… a personaggi criminali quali Tuma Gianluca e Di Silvio Costantino». Il cosiddetto Gruppo Investigativo è un organismo presente presso ogni Prefettura per fornire, appunto, elementi sintomatici di infiltrazioni di criminalità organizzata nelle imprese. Per questo nella sentenza quel documento viene considerato autorevole e dirimente circa la necessità di tenere in vigore l'interdittiva su Smn.
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