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Il caso

Il bidello accusato di violenze: «Niente abusi, era un abbraccio»

Nuova udienza ieri in Tribunale del processo che vede imputato un collaboratore scolastico. I fatti nel 2019

Il bidello accusato di violenze: «Niente abusi, era un abbraccio»

Ha deposto l'imputato ieri mattina in aula in Tribunale nel processo che vede un collaboratore scolastico, accusato di violenza sessuale su una studentessa. L'uomo, difeso dagli avvocati Daniele Giordano e Matteo Restante, ha parlato davanti al Collegio penale presieduto dal giudice Gian Luca Soana e ha sostenuto che i suoi atteggiamenti nei confronti della ragazzina non erano violenti ma amichevoli. Ha sostenuto di essersi limitato ad abbracciare la minore. «In 20 anni di servizio non ho mai avuto alcun problema - ha ribadito - e ho sempre avuto un bel rapporto con gli studenti». L'uomo ha sostenuto che conosceva la ragazzina di vista. «L'ho accarezzata sulla testa e l'ho abbracciata il mio gesto è stato istintivo e di affetto. Ho sbagliato ma oltre a questo non c'è stato altro».

Ha aggiunto. Una versione ben diversa da quella offerta dalla minore, traumatizzata dalle condotte dell'uomo. Una ricostruzione confermata anche nel corso di un incidente probatorio. Il collaboratore scolastico ieri ha risposto alle domande del pm Simona Gentile, del collegio difensivo e della parte civile. L'uomo era finito agli arresti domiciliari più di un anno fa, quando era stato destinatario di una misura restrittiva emessa dal gip del Tribunale Giuseppe Cario, su richiesta della Procura di Latina. Le indagini erano state condotte dai Carabinieri della Compagnia e avevano portato a raccogliere una serie di elementi ritenuti concreti dal magistrato che aveva firmato il provvedimento restrittivo. I fatti ipotizzati risalgono al novembre del 2019 e la vicenda era venuta alla luce quando la parte offesa si era confidata con una persona di fiducia durante un percorso terapeutico.

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