Il caso
27.01.2024 - 13:30
Si è chiuso con la dichiarazione di prescrizione il processo per omicidio colposo a carico di un radiologo, due chirurghi e un anestesista dell'ospedale di Formia, accusati di aver commesso un grave errore nell'intervento su Stefano C., all'epoca dei fatti cinquantenne residente a Formia. Ieri mattina il giudice Sangiovanni ha dovuto constatare che era trascorso troppo tempo dall'episodio contestato. I fatti risalgono al 2016: la vittima soffriva di una grave forma di obesità e per questo si era sottoposto ad un intervento di riduzione dello stomaco ma i suoi problemi erano proseguiti al punto che nel 2016 era stato ricoverato d'urgenza per una gravissima occlusione gastrica. Secondo quanto ricostruito finora l'unico modo per salvargli la vita era un intervento comunque giudicato rischioso anche nei primi momenti del ricovero al Dono Svizzero.
Nel corso dell'intervento però, per quello che era sembrato un errore di inserimento del sondino aveva ingerito dei liquidi e in seguito era morto per le complicazioni della intervenuta polmonite. La famiglia aveva subito presentato un esposto alla Procura di Cassino, sostenendo che l'errore sul sondino fosse alla base delle complicazioni risultate fatali. Tuttavia alla fine dell'istruttoria preliminare il pubblico ministero aveva chiesto l'archiviazione per tutti e quattro gli imputati ma avverso quella istanza i legali della famiglia hanno depositato un atto di opposizione fondate sulle conclusioni della perizia di parte. Così, in un secondo momento, c'era stato il rinvio a giudizio dei quattro medici dell'ospedale Dono Svizzero che avevano fatto parte dell'equipe che ha operato d'urgenza Stefano C.
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