Il fatto
28.01.2024 - 11:30
"Pochi giudici fronteggiano una presenza criminale che per quantità e qualità dei fenomeni che si sono progressivamente radicati nel territorio ma anche nei circondari di Latina, Velletri, Cassino e Frosinone in particolare - ha detto il presidente Giuseppe Meliadò - rendono la realtà criminale comparabile alle capitali storiche della criminalità organizzata del Paese». Anche i numeri delle misure di prevenzione e le influenze del crimine organizzato sulle attività economiche, rappresentano - leggendo l'analisi - una valida testimonianza". E' un passaggio dell'analisi della relazione del Presidente della Corte d'Appello di Roma in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Una inversione di rotta rispetto al passato si può osservare nello spaccio di droga ed è in questo caso che emergono nuovi scenari investigativi. «Con il coinvolgimento di soggetti appartenente alle fasce più giovani della popolazione, spesso appena maggiorenni e incensurati, utilizzati per conservare o trasportare consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti, normalmente in contatto - ha detto il Presidente della Corte d'Appello - con i mandanti legati alle grandi organizzazioni criminali e che li forniscono di telefonini e auto noleggiate per l'occasione».
Un altro elemento che salta agli occhi è l'aumento dei reati di spaccio di sostanze stupefacenti pesanti, anche in questo caso da parte di giovanissimi. «Sono italiani e appartenenti a famiglie non problematiche, scelgono di svolgere questa attività al solo fine di comprare articoli di abbigliamento molto costosi che rappresentano nei loro gruppi dei simboli di stato. Una sorta di chiave di accesso e all'appartenenza e al riconoscimento sociale
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